TEL AVIV – Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si sta recando al Ministero della Difesa a Tel Aviv per una valutazione della situazione della sicurezza e una discussione nel gabinetto di sicurezza politica, in seguito agli eventi tragici di Majdal Shams.
Attacco missilistico dal Libano
Un razzo lanciato dal Libano ha colpito la cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, provocando almeno 12 morti, tra cui molti bambini e ragazzi, e oltre 30 feriti, con almeno 6 persone in condizioni gravissime. L’attacco ha suscitato una reazione durissima da parte delle autorità israeliane.
Dichiarazioni delle autorità israeliane
Il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha definito l’attacco “oltre i limiti”, avvertendo che il conflitto con Hezbollah potrebbe precipitare in una guerra “aperta e totale”. Il Ministro dell’Energia, Eli Cohen, ha rilasciato dichiarazioni infuocate affermando che “il Libano dovrebbe bruciare” in risposta all’attacco.
Smentite e accuse
Hezbollah ha negato ogni responsabilità nell’attacco, ma l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) punta il dito contro il Partito di Dio libanese, ritenendolo responsabile dell’escalation.
Reazioni internazionali e diplomazia
Il Primo Ministro Netanyahu, che si trovava ancora negli Stati Uniti al momento dell’attacco, si è immediatamente messo in contatto con il suo governo ed ha accelerato il rientro in patria, convocando un gabinetto di sicurezza per oggi. Fonti israeliane hanno riferito ai media di una possibile risposta militare, pur dichiarando di non volere una guerra.
Tentativi di mediazione
Israele ha consegnato ai mediatori una proposta “aggiornata” per un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Oggi a Roma è previsto un vertice tra il Mossad, la CIA, il Qatar e l’Egitto per una prima verifica di una potenziale intesa, nonostante le nuove tensioni possano complicare i negoziati.
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