Il ministero della Salute libanese ha confermato che le esplosioni di walkie talkie e radio degli Hezbollah manomessi da Israele hanno causato almeno 20 morti, il giorno dopo un altro tragico evento che ha visto l’esplosione di cercapersone, con un bilancio di 18 morti e migliaia di feriti. Oggi, sono 450 le persone ricoverate in ospedale a causa degli incidenti.
L’Iran ha minacciato ritorsioni, dichiarando che “Israele pagherà” per quanto accaduto. Anche Mosca e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan hanno condannato l’accaduto, esprimendo preoccupazione per la situazione. In risposta agli eventi, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno spostato le truppe dal sud di Gaza al confine con il Libano, aumentando le misure di sicurezza nella regione.
La Icom, azienda giapponese il cui logo appariva su alcuni dei dispositivi esplosi, ha dichiarato di non produrre né esportare tali apparecchi da oltre 10 anni, sollevando dubbi sull’origine dei dispositivi.
In risposta alla crisi, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è atteso oggi per un discorso che potrebbe fornire ulteriori dettagli e posizioni sul conflitto.
Domani è prevista una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la grave escalation e cercare soluzioni diplomatiche. La comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi, sperando in una risoluzione pacifica della crisi.
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