TEL AVIV – Nella notte e per tutta la giornata, il cielo di Tel Aviv è stato attraversato dal rombo dei caccia israeliani diretti verso il Libano. Ben 250 jet militari dell’Aeronautica israeliana si sono alzati in volo tra lunedì e martedì dalle basi di Tel Nof, nel centro di Israele, e del Golan, per colpire obiettivi legati all’arsenale di Hezbollah. Secondo le forze armate israeliane, gli attacchi mirano a contrastare l’offensiva del gruppo sciita libanese, che da 354 giorni lancia attacchi verso il nord di Israele e l’area di Haifa, minacciando la sicurezza di due milioni di residenti.
Nel frattempo, è stato attivato il sistema di difesa aerea israeliano David’s Sling, che ha intercettato il primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele. L’allarme è scattato a Tel Aviv, Netanya e nelle aree circostanti, ma fortunatamente non sono stati segnalati danni né vittime, ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano.
A livello internazionale, cresce la preoccupazione per l’escalation del conflitto. Oggi è stata convocata una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la situazione in Medio Oriente. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha sottolineato la necessità di esplorare tutte le possibilità di dialogo per evitare un conflitto di più ampia portata.
Anche la premier italiana, Giorgia Meloni, ha commentato la crisi in corso. Intervistata a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU, Meloni ha dichiarato: “Sul Libano la grande sfida è arrivare in qualche maniera a un cessate il fuoco, ad una de-escalation. Penso che ovviamente Israele abbia pur sempre il diritto a difendersi, ma una guerra su larga scala non conviene a nessuno”.
La situazione resta tesa e imprevedibile, con la comunità internazionale impegnata nel tentativo di evitare un ulteriore aggravarsi del conflitto.
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