BEIRUT – Un imponente raid aereo condotto dall’esercito israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, causando la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. L’esercito israeliano ha confermato l’uccisione del leader sciita, e la notizia è stata successivamente confermata anche da Hezbollah. Secondo alcuni report non ufficiali, tra le vittime del raid ci sarebbe anche la figlia di Nasrallah, Zainab.
Il raid, avvenuto nella serata di ieri, ha devastato sei edifici nella periferia della capitale libanese, secondo quanto riferito dai media locali, e si teme un numero elevato di vittime tra la popolazione civile. Inoltre, fonti della sicurezza libanese riportano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) avrebbero preso il controllo dell’aeroporto di Beirut, consolidando ulteriormente la loro presenza nella regione.
Reazioni internazionali
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito la morte di Nasrallah come “una forma di giustizia” per le molte vite perse a causa delle attività terroristiche attribuite a Hezbollah. Allo stesso tempo, l’Iran ha reagito con preoccupazione. Il leader supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, è stato trasferito in una località sicura all’interno del Paese, con misure di sicurezza rafforzate. Khamenei ha esortato tutti i musulmani a sostenere il Libano e Hezbollah in questo momento cruciale, affermando che è un dovere difendere il gruppo sciita considerato “vittorioso”.
Netanyahu all’ONU: “Israele si difende su sei fronti”
Alla 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso l’operazione militare, affermando che Israele è stato “costretto a difendersi” su sei fronti supportati dall’Iran. Netanyahu ha dichiarato che gli attacchi in Libano continueranno “finché non raggiungeremo i nostri obiettivi”. Il premier ha anche attaccato duramente l’ONU, definendola “una palude antisemita” e “una società terrapiattista anti-israeliana”.
Con la morte di Nasrallah, la situazione in Medio Oriente potrebbe ora entrare in una fase di escalation ancora più pericolosa, con il rischio di nuove violenze tra Israele e i suoi nemici regionali, soprattutto considerando l’impatto strategico e simbolico della perdita del leader di Hezbollah.
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