Nella notte, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno avviato un’importante operazione terrestre in Libano, affidando la missione alla 98ª Divisione, un’unità d’élite composta da paracadutisti e commando. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le forze paracadutiste e commando sono state affiancate dalla 7ª Brigata corazzata, dopo settimane di preparativi.
Parallelamente all’offensiva terrestre, l’aviazione israeliana ha condotto attacchi aerei nel quartiere di Dahiyeh a Beirut, un’area nota per essere una roccaforte di Hezbollah. Gli obiettivi colpiti includono stabilimenti di produzione di armi e altre infrastrutture militari del gruppo sciita, come confermato in una dichiarazione ufficiale delle IDF.
Reazioni internazionali
Gli Stati Uniti, attraverso dichiarazioni ufficiali, hanno ribadito che le operazioni militari israeliane sono “in linea con il diritto di difesa”, pur sottolineando che “una risoluzione diplomatica è l’unico modo per raggiungere stabilità e sicurezza” nella regione. Washington, dunque, ha espresso la necessità di contenere l’escalation e cercare una soluzione attraverso il dialogo.
Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha definito la situazione “drammatica” e ha esortato alla de-escalation del conflitto, un appello che riflette l’urgenza di trovare una via pacifica per evitare ulteriori violenze. Nel frattempo, questa mattina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha tenuto un’informativa davanti alle commissioni Esteri e Difesa congiunte del Parlamento italiano, per aggiornare sulla crisi in Medio Oriente e delineare le prossime mosse diplomatiche.
Preoccupazioni crescenti
L’operazione israeliana, insieme agli attacchi aerei, rischia di intensificare ulteriormente le tensioni già elevate tra Israele e Hezbollah, un gruppo armato libanese sostenuto dall’Iran. La comunità internazionale segue con attenzione l’evoluzione della situazione, nella speranza di evitare una guerra su vasta scala che potrebbe destabilizzare l’intero Medio Oriente.
La pressione diplomatica internazionale si concentra ora sull’avvio di negoziati, ma sul terreno la situazione resta tesa, con la possibilità di ulteriori scontri tra le forze israeliane e i militanti di Hezbollah.
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