BEIRUT, LIBANO – Le basi della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) nel sud del Libano sono state nuovamente prese di mira da Israele, con due caschi blu di nazionalità cingalese rimasti feriti. L’attacco ha suscitato una forte reazione da parte della comunità internazionale, con un comunicato congiunto emesso da Roma, Parigi e Madrid al termine del vertice Med9 a Cipro. I tre Paesi hanno espresso la loro condanna per l’episodio, sottolineando la necessità di preservare la sicurezza delle forze di pace e di evitare un’escalation di violenza nell’area.
La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha definito l’attacco “inaccettabile” e ha auspicato un rafforzamento delle forze armate libanesi, ritenendole fondamentali per mantenere la stabilità nella regione. “È essenziale sostenere l’esercito libanese per evitare che situazioni come questa si ripetano. Dobbiamo continuare a lavorare per la pace”, ha affermato Meloni durante il suo intervento.
Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha lanciato un monito severo contro Israele, chiedendo che venga bloccata la fornitura di armi al Paese come misura di pressione per fermare il conflitto. “L’unica leva che abbiamo per fermare questa guerra è impedire ulteriori forniture di armi a Israele”, ha dichiarato Macron, ribadendo l’urgenza di una soluzione diplomatica per la crisi.
Dal lato israeliano, l’esercito (IDF) ha giustificato l’attacco affermando di aver aperto il fuoco in risposta a una “minaccia” ritenuta imminente nelle vicinanze delle basi UNIFIL. In una dichiarazione, le forze armate israeliane hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta interna per chiarire la dinamica dell’evento e determinare se ci siano state violazioni delle regole di ingaggio.
Leave a Reply