Nelle ultime ore, la situazione tra Israele e Libano ha visto un’escalation significativa. Due carri armati israeliani “sono entrati con la forza” in una postazione dell’Unifil, la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite nel sud del Libano. Lo ha riferito la stessa missione ONU, che funge da cuscinetto tra i due Paesi in conflitto da anni. Questo episodio accresce le tensioni già alte lungo il confine, mentre l’area continua a essere teatro di scontri.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano ha esortato il segretario generale delle Nazioni Unite a rimuovere le forze Unifil dal Libano. Tale richiesta sembra riflettere l’irritazione di Israele nei confronti della missione di pace, la cui presenza è volta a ridurre le tensioni tra Israele e i gruppi armati libanesi.
Un altro grave episodio si è verificato quando diversi soccorritori della Croce Rossa libanese sono rimasti feriti in un attacco ad una casa nel sud del Libano. La Croce Rossa ha riferito che la squadra, inviata “in coordinamento” con l’Unifil per soccorrere eventuali vittime, è stata colpita una seconda volta mentre cercava di prestare aiuto, causando traumi ai soccorritori e danneggiando due ambulanze.
Nel frattempo, il Washington Post ha rivelato dettagli su documenti di Hamas sequestrati dall’esercito israeliano, che mostrerebbero piani di attacchi terroristici molto più ampi, risalenti a diversi anni prima del devastante attacco del 7 ottobre 2023. I piani di Hamas includevano il tentativo di abbattere due grattacieli a Tel Aviv, in uno scenario simile agli attentati dell’11 settembre 2001. Anche il New York Times ha riportato che l’attacco del 7 ottobre sarebbe stato pianificato per due anni e avrebbe coinvolto il coinvolgimento di Iran ed Hezbollah. Tuttavia, sia la missione iraniana presso l’Onu che un portavoce di Hezbollah hanno smentito queste affermazioni alla CNN.
Sul fronte palestinese, l’agenzia di stampa Wafa ha riferito che cinque bambini sono rimasti uccisi oggi in un attacco aereo israeliano nel nord di Gaza, ulteriore tragica conseguenza di un conflitto in costante escalation.
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