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Putin cambia la dottrina nucleare: nuove tensioni con l’Occidente

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(Shutterstock) Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una modifica alla dottrina nucleare del Paese, stabilendo che la Russia potrà utilizzare armi nucleari in risposta a attacchi convenzionali se questi rappresentassero una minaccia alla sopravvivenza dello Stato. La decisione rappresenta un’ulteriore escalation nella guerra in Ucraina e un chiaro segnale alla NATO e all’Occidente.

Tensioni al confine: abbattuti missili Atacms

Poco dopo l’annuncio, Mosca ha riferito di aver abbattuto cinque missili Atacms nella regione di Bryansk, vicina al confine con l’Ucraina. Questi missili, forniti dagli Stati Uniti a Kiev, rappresentano una delle armi più avanzate a disposizione delle forze ucraine, in grado di colpire obiettivi strategici a lungo raggio.

L’apertura a Trump: “Se ascolta, la pace è possibile”

Nonostante le tensioni, Putin ha fatto un’insolita apertura nei confronti dell’ex presidente americano Donald Trump, attualmente in corsa per le elezioni del 2024. “Se ascolta, la pace è possibile,” ha dichiarato lo zar, suggerendo che un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe portare a un nuovo dialogo sulla crisi ucraina.

Zelensky: “Putin è piccolo se l’Europa è unita”

A mille giorni dall’invasione russa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto in videocollegamento al Parlamento europeo. Con un appello all’unità, ha affermato: “Putin è piccolo se l’Europa è unita”, elogiando il sostegno degli Stati membri e incoraggiando una maggiore coesione per fronteggiare l’aggressione russa.

I leader europei hanno ribadito il loro impegno a sostenere Kiev: “Con l’Ucraina, finché necessario”, si legge in una nota congiunta dei 27 Paesi membri.

Attacco al G20: “Inazione di fronte alla guerra”

Zelensky non ha risparmiato critiche al G20, riunito in Brasile per il vertice annuale. Nel suo intervento ha accusato i leader mondiali di “inazione” rispetto al conflitto in corso: “Oggi i Paesi del G20 sono riuniti in Brasile. Hanno fatto qualcosa? Niente”, ha tuonato il leader ucraino, evidenziando il divario tra le parole e le azioni concrete della comunità internazionale.

Una guerra senza fine

A tre anni dall’inizio dell’invasione, la situazione sul campo resta drammatica, con un conflitto che sembra lontano dalla risoluzione. Da una parte, la Russia rafforza la propria posizione strategica e retorica, dall’altra, l’Ucraina e i suoi alleati europei continuano a invocare unità e resistenza. Sullo sfondo, la possibilità di un cambio di leadership negli Stati Uniti potrebbe riscrivere le carte in tavola.

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