(Pixabay) Il bilancio dei raid israeliani condotti ieri nel nord della Striscia di Gaza è tragico: 88 morti, con 66 vittime concentrate in un bombardamento che ha raso al suolo un intero isolato residenziale nei pressi dell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia. Secondo il giornale palestinese Filastin, che cita fonti locali, la maggior parte delle vittime sono donne e bambini. La situazione è aggravata dalla presenza di decine di feriti e dispersi, con molte persone ancora intrappolate sotto le macerie, secondo la Protezione civile di Gaza.
L’agenzia palestinese Wafa ha definito l’attacco un “orribile massacro“, denunciando la distruzione di una zona densamente popolata. L’ospedale Kamal Adwan, già sotto pressione per l’afflusso di feriti a causa del conflitto, si trova vicino all’area colpita ed è stato testimone delle conseguenze devastanti dell’attacco.
Escalation e tensioni in Libano
Mentre il conflitto nella Striscia di Gaza si intensifica, la situazione si complica anche in Libano. Il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha minacciato Israele di un attacco “nel centro di Tel Aviv” come risposta ai recenti raid aerei israeliani “nel cuore di Beirut”.
Le dichiarazioni di Qassem segnano un’escalation del conflitto nella regione, aumentando il rischio di un allargamento delle ostilità oltre i confini di Gaza.
Diplomazia in movimento
In questo contesto, la diplomazia internazionale si mobilita. L’inviato speciale del presidente statunitense Joe Biden è atteso in Israele per discutere della situazione e tentare di arginare l’escalation. Sul fronte europeo, il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez ha incontrato il premier palestinese per discutere della crisi e delle prospettive di una possibile tregua, al momento lontana.
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