Il bilancio degli attacchi aerei israeliani di questa notte è tragico: almeno 16 morti e 23 feriti nel quartiere di Basta, nella parte centrale di Beirut, secondo quanto riportano i media libanesi. La situazione è particolarmente drammatica nei pressi di un edificio residenziale di otto piani, completamente distrutto da cinque missili israeliani. La National News Agency libanese parla di un cratere che ha devastato l’area circostante e segnala la presenza di molte vittime sotto le macerie.
Nel frattempo, nella Striscia di Gaza, la difesa civile palestinese ha riferito di altri 19 morti, tra cui diversi bambini, uccisi durante bombardamenti e sparatorie notturne condotte dall’esercito israeliano in vari punti del territorio.
Tensione alle stelle anche al confine con il Libano
La base Unifil di Shama, nel sud del Libano, è stata colpita ieri da due razzi, presumibilmente lanciati da Hezbollah. Uno dei razzi ha impattato contro l’esterno del bunker, provocando il ferimento di quattro caschi blu italiani, fortunatamente in modo lieve. Questo episodio conferma l’estensione della crisi che coinvolge il Libano, Israele e i territori palestinesi in un’escalation preoccupante.
Reazioni internazionali e posizioni europee
Mentre la violenza si intensifica, la politica europea si divide sulle relazioni con Israele e sul rispetto del diritto internazionale. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha sfidato apertamente la Corte Penale Internazionale (CPI), invitando il premier israeliano Benjamin Netanyahu in Ungheria, nonostante i procedimenti aperti contro di lui.
In Italia, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha dichiarato che Netanyahu “sarebbe il benvenuto” qualora visitasse il Paese, suscitando reazioni contrastanti. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, invece, ha assunto una posizione più istituzionale, affermando ieri che “le
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