PARIGI – La Francia affronta un momento di alta tensione politica dopo la caduta del governo guidato da Michel Barnier due giorni fa. Mentre il presidente Emmanuel Macron cerca di consolidare il suo mandato fino al 2027, il Partito Socialista (PS) ha dichiarato di essere pronto a discutere con la coalizione macroniana e la destra per formare un nuovo esecutivo, basato su un “contratto a durata determinata”.
Un governo di compromesso
Il segretario del PS, Olivier Faure, incontrerà oggi a mezzogiorno Macron all’Eliseo per valutare possibili alleanze. Parlando ai microfoni di France Info, Faure ha sottolineato che eventuali concessioni saranno necessarie da entrambe le parti per arrivare a un accordo.
Questa mossa arriva dopo il discorso alla nazione di ieri sera, in cui Macron ha ribadito la sua determinazione a portare a termine il mandato e a lavorare per un governo di “interesse generale”. Il nome del nuovo primo ministro sarà annunciato nei prossimi giorni, segnalando un periodo di consultazioni serrate.
Una legge speciale per garantire la stabilità
Nel suo discorso, Macron ha annunciato una “legge speciale”, che verrà presentata in Parlamento entro metà dicembre. Questa misura, temporanea ma necessaria, garantirà la continuità delle funzioni pubbliche e l’attuazione della finanziaria 2024 per il 2025.
“La nazione deve essere ricostruita”, ha dichiarato il presidente, sottolineando l’urgenza di superare rabbia e divisioni. Macron ha espresso fiducia nel raggiungimento di una maggioranza parlamentare per approvare la legge e garantire stabilità fino alla fine del suo mandato.
Scontro con il fronte antirepubblicano
Nel suo discorso, Macron ha duramente criticato l’alleanza tra estrema destra ed estrema sinistra che ha portato alla caduta del governo Barnier, definendola un “fronte antirepubblicano“.
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha risposto prontamente: “La sfiducia non è antirepubblicana, è prevista dalla Costituzione”. Macron ha accusato il Rassemblement National di aver votato una mozione di sfiducia incoerente con il proprio programma, scegliendo il “disordine” invece di soluzioni concrete.
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