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Siria nel caos: gli insorti raggiungono Damasco, mistero sulla sorte di Assad

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La crisi siriana raggiunge un nuovo picco di tensione con l’avanzata dei ribelli, che sono ormai giunti a Damasco. Durante la notte, i residenti della capitale hanno riferito di sparatorie nelle vicinanze, mentre l’esercito e le forze di sicurezza siriane hanno abbandonato l’aeroporto della città. Hezbollah, uno dei principali alleati del regime, ha ritirato le sue forze dai dintorni di Damasco e dalla città di Homs, teatro di duri scontri.

L’avanzata fulminea dei ribelli

In appena dieci giorni, i ribelli hanno marciato da Idlib fino a Damasco, mettendo in crisi le forze governative ormai allo sbando. Nonostante il supporto ricevuto da Iran e Russia, le difese del regime si sono rivelate inefficaci.

Mistero sulla sorte di Bashar al-Assad

Un alone di incertezza avvolge la figura del presidente siriano Bashar al-Assad, che sembrerebbe essere scomparso. Secondo fonti dell’opposizione, Assad sarebbe fuggito dalla Siria. L’agenzia Reuters, citando alti ufficiali dell’esercito, ha riportato che il presidente avrebbe lasciato il Paese a bordo di un aereo diretto verso una destinazione ignota.

L’ultimo volo decollato da Damasco prima della caduta della capitale sarebbe stato un Ilyushin-76 della Syrian Air, con numero di volo 9218. Al Jazeera riferisce che il transponder dell’aereo è stato spento sopra Homs, una città ormai controllata dai ribelli.

Il primo ministro siriano Mohammed Ghazi al-Jalali ha dichiarato ad Al-Arabiya di non avere informazioni sulla posizione attuale di Assad o del ministro della Difesa Ali Abbas. L’ultima comunicazione con il presidente risale a sabato sera.

Reazioni internazionali

In un contesto di crescente caos, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rassicurato sulla sicurezza dei circa 300 italiani presenti in Siria, affermando che l’Italia è pronta a gestire eventuali evacuazioni. “La situazione è sotto controllo”, ha dichiarato.

Intanto, il presidente statunitense Donald Trump ha ribadito che gli Stati Uniti non dovrebbero intervenire nel conflitto siriano. “La situazione è un caos, ma la Siria non è un Paese amico”, ha dichiarato, sottolineando l’intenzione di mantenere un approccio distaccato.

Verso un negoziato per l’esilio di Assad?

Con i ribelli ormai padroni della capitale, prende piede l’ipotesi di un negoziato che potrebbe garantire un esilio sicuro per Assad. Questo tema potrebbe essere discusso nel prossimo incontro a Doha tra Russia, Iran e Turchia, alleati del regime.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha definito “inammissibile” che i terroristi prendano il controllo della Siria, ribadendo la necessità di una soluzione politica.

Il futuro della Siria appare più incerto che mai, con il Paese che precipita sempre più in un vortice di violenza e instabilità.

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