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La caduta del regime di Assad: Mosca accoglie il rais in fuga, mentre la Siria è nel caos

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La fine del regime di Bashar al-Assad segna un capitolo storico per la Siria. Il presidente siriano, dopo anni di guerra civile e pressioni internazionali, è fuggito dal paese e si è rifugiato in Russia, che ha concesso asilo politico a lui e alla sua famiglia. Con il suo esilio, si chiude un lungo periodo di governo autoritario che ha segnato la storia recente della nazione.

La reazione internazionale: Biden chiede giustizia per Assad

Il presidente Joe Biden ha subito commentato l’esito della crisi siriana, affermando che Assad deve essere portato davanti alla giustizia e che deve essere punito per i crimini commessi durante il suo governo. Le forze internazionali e le organizzazioni per i diritti umani hanno più volte accusato Assad di aver compiuto atrocità nei confronti della popolazione civile, inclusi attacchi chimici e repressioni brutali.

Incontro tra i ribelli jihadisti e il governo siriano uscente

In un altro sviluppo significativo, il leader dei ribelli siriani jihadisti, Abu Mohammed al-Jolani, ha incontrato il primo ministro uscente Mohammed al-Jalali. Secondo fonti dei ribelli, durante l’incontro si è discusso del trasferimento di potere e della gestione del paese nel periodo post-Assad. Questo incontro segna un passaggio delicato per la Siria, che ora si trova in un periodo di incertezza politica e militare.

Israele entra in Siria per la prima volta dal 1973

Le tensioni si sono ulteriormente intensificate quando le forze di terra israeliane sono entrate in Siria, la prima volta dal conflitto dello Yom Kippur del 1973. Le truppe israeliane sono intervenute per stabilizzare la zona di confine e prevenire l’escalation dei combattimenti. La situazione in Siria è infatti molto instabile, con le fazioni ribelli che combattono per il controllo del paese.

Blitz contro le ambasciate e il coinvolgimento italiano

I miliziani hanno lanciato un blitz nelle ambasciate di tutto il mondo, incluso quella italiana. Le forze ribelli stavano cercando collaboratori del regime per vendicarsi del passato. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato che l’ambasciatore e il personale diplomatico sono al sicuro e che il governo italiano sta lavorando per garantire la sicurezza dei cittadini italiani presenti in Siria.

Chiusura dei confini da Libano e Giordania

Nel frattempo, Libano e Giordania hanno deciso di chiudere i loro confini con la Siria per evitare un flusso incontrollato di rifugiati e per proteggere la propria sicurezza interna. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha sottolineato che potrebbero esserci arrivi di rifugiati anche dalla rotta balcanica, con potenziali ripercussioni sull’Europa.

Un futuro incerto per la Siria e la regione

Mentre la Siria affronta un futuro incerto, con il regime di Assad che è ormai un ricordo del passato, l’area mediorientale rimane in subbuglio. La comunità internazionale, inclusi Stati Uniti e Unione Europea, dovrà affrontare le sfide geopolitiche e umanitarie che questa nuova fase porterà, in un contesto già segnato da decenni di conflitto e instabilità.

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