A partire da domani, 1° gennaio 2025, il transito del gas russo attraverso l’Ucraina si interromperà, segnando la fine di un contratto quinquennale cruciale per l’approvvigionamento energetico europeo. I dati confermati dall’operatore ucraino Ogtsu indicano che le consegne attraverso l’unico punto di ingresso per il gas russo in Ucraina saranno azzerate.
La conclusione di un’era
Questo evento pone fine a un accordo che, per anni, ha rappresentato una delle principali vie di approvvigionamento energetico per il Vecchio Continente, anche dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022. Durante il conflitto, il colosso russo Gazprom ha continuato a fornire gas all’Europa attraverso la rete di gasdotti ucraini, garantendo forniture a paesi come Slovacchia, Moldavia e Ungheria.
Il mancato rinnovo del contratto
Il contratto di transito, firmato tra Mosca e Kiev, non è stato rinnovato. L’Ucraina, a causa del protrarsi della guerra, ha scelto di rinunciare a un accordo che le garantiva circa 800 milioni di dollari l’anno in royalties. Dall’altro lato, Gazprom subirà una perdita stimata in quasi 5 miliardi di dollari di vendite di gas all’Europa.
Paesi come la Slovacchia e, in particolare, la Moldavia, risentiranno maggiormente della fine del transito, data la loro dipendenza storica da questa via di fornitura.
La risposta dell’Unione Europea
Nonostante l’interruzione, l’Unione Europea si è detta pronta a fronteggiare le conseguenze. Una portavoce ha dichiarato che l’impatto sulla sicurezza energetica dell’UE sarà “limitato” grazie alle infrastrutture flessibili che permettono di garantire forniture di gas da fonti non russe attraverso rotte alternative.
L’Europa, negli ultimi anni, ha diversificato le proprie fonti energetiche, incrementando le importazioni di gas liquefatto (GNL) e potenziando le connessioni energetiche interne, riducendo la dipendenza dal gas russo.
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