,

Cecilia Sala: il governo accelera per la liberazione della giornalista detenuta in Iran

Gdp Avatar

Il governo italiano sta intensificando gli sforzi per ottenere la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista romana di 29 anni arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre e detenuta nel carcere di Evin, alla periferia di Teheran. L’obiettivo è garantire il rispetto dei suoi diritti durante la detenzione e velocizzare il suo rilascio.

Le richieste italiane a Teheran

Oggi, 3 gennaio, l’ambasciatrice italiana a Teheran si recherà al Ministero degli Esteri iraniano per formalizzare tutte le richieste già avanzate dal governo italiano. Già ieri, il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva sollevato la questione direttamente con l’ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri.

A spingere l’esecutivo ad agire con urgenza sono le informazioni emerse sullo stato di detenzione di Sala, che ha descritto condizioni precarie in una delle due telefonate concesse ai familiari: una cella illuminata 24 ore su 24, con solo due coperte come giaciglio, senza materasso né maschera per gli occhi.

Ieri, un vertice d’urgenza a Palazzo Chigi ha visto la partecipazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha poi parlato con il padre della giornalista e incontrato la madre, Elisabetta Vernoni.

Il legame con il caso Abedini

La vicenda di Cecilia Sala si intreccia con quella di Mohammad Abedini, un cittadino iraniano di 38 anni arrestato in Italia il 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. Dopo giorni di speculazioni, l’Iran ha confermato che i due casi sono connessi.

Secondo una nota ufficiale di Teheran, Abedini sarebbe “detenuto con false accuse” in Italia e l’Iran chiede a Roma un trattamento “reciproco” rispetto a quello riservato a Sala, che Teheran sostiene essere stata arrestata per “violazione delle leggi della Repubblica islamica”.

Teheran sottolinea di aver adottato un approccio umanitario verso la giornalista, concedendole contatti telefonici con i familiari, sottolineando che ciò avviene “in considerazione dell’anniversario della nascita di Cristo e dell’inizio del nuovo anno cristiano”.

Le posizioni del governo e della giustizia italiana

Dopo il vertice a Palazzo Chigi, il governo italiano ha ribadito che a tutti i detenuti, incluso Abedini, è garantita “parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali”. Tuttavia, la questione rimane delicata.

Negli Stati Uniti, Abedini è accusato di cospirazione e supporto materiale al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. La giustizia americana insiste perché resti in carcere, mentre il suo legale in Italia preme per ottenere gli arresti domiciliari. Questa opzione, secondo alcune fonti politiche, potrebbe facilitare la liberazione di Cecilia Sala.

Per ora, però, la Procuratrice generale di Milano ha espresso parere negativo alla richiesta di domiciliari per Abedini, mantenendo il quadro giuridico invariato.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *