WASHINGTON – Donald Trump è ufficialmente il 47° Presidente degli Stati Uniti. Il Congresso, riunito in sessione congiunta, ha certificato la vittoria del leader repubblicano senza alcuna obiezione o irregolarità. Un passaggio istituzionale che ha visto la vicepresidente uscente Kamala Harris presiedere la seduta, leggendo i risultati che sanciscono la nomina di Trump alla presidenza e di JD Vance come suo vice.
La proclamazione è avvenuta alle ore 19 italiane (le 13 negli Stati Uniti), quando Harris, in qualità di Presidente del Senato, ha annunciato il risultato:
“I voti per il presidente degli Stati Uniti sono i seguenti: Donald Trump dello stato della Florida ha ricevuto 312 voti”, ha detto tra gli applausi dei repubblicani. Subito dopo, ha letto i propri voti:
“Kamala Harris dello stato della California ha ricevuto 226 voti”, ricevendo applausi dai banchi democratici.
Washington blindata: misure di sicurezza ai massimi livelli
La giornata è stata accompagnata da massime misure di sicurezza a Washington, con un massiccio dispiegamento di forze federali e locali. Dopo i drammatici eventi di quattro anni fa con l’assalto a Capitol Hill, l’FBI e il Dipartimento della Sicurezza Interna avevano designato l’evento come “ad alto rischio”.
La capitale è stata presidiata da un mix di polizia locale, forze federali e agenti specializzati nella prevenzione di minacce terroristiche. Secondo le valutazioni delle autorità:
“Eventi di questa portata possono essere un potenziale obiettivo per terrorismo interno, esterno e azioni di lupi solitari.”
La presenza di barriere rinforzate, checkpoint e perquisizioni approfondite ha assicurato che la certificazione della vittoria di Trump si svolgesse senza incidenti.
Un’elezione storica e controversa
La vittoria di Trump segna un momento storico, riportando un presidente repubblicano alla Casa Bianca dopo la parentesi Biden-Harris. La campagna elettorale, accesa e polarizzante, ha visto Trump presentarsi come simbolo di continuità con la sua precedente amministrazione, puntando su temi come sicurezza, economia e politica estera.
JD Vance, nuovo vicepresidente, rappresenta un volto giovane e dinamico del partito repubblicano, portando una visione conservatrice ma innovativa, orientata a riconnettere il GOP con le fasce lavoratrici e rurali del paese.
Con la cerimonia ufficiale di insediamento prevista per il 20 gennaio, l’America si prepara a entrare in una nuova fase politica, tra le speranze dei sostenitori di Trump e le preoccupazioni di chi teme un ritorno alle tensioni del passato.
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