(Anas-Mohammed/Shutterstock) Le trattative per uno scambio di ostaggi e prigionieri tra Israele e Hamas, che potrebbe portare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sono vicine alla conclusione. Secondo il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, “il 90% dei dettagli dell’accordo” sarebbe già stato definito.
Le pressioni diplomatiche
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe parlare a breve con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere dello stato delle trattative. A confermarlo è stato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, in un’intervista alla CNN.
Fonti israeliane riferiscono inoltre che l’inviato Usa, Steve Witkoff, ha incontrato Netanyahu ribadendo che il presidente eletto Donald Trump desidera un accordo per il rilascio degli ostaggi prima del suo insediamento alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio. L’intesa prevede il rilascio di oltre 3.000 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
Evacuazioni e combattimenti nella Striscia di Gaza
Sul terreno, l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i civili del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, invitandoli a dirigersi verso la zona umanitaria di Mawasi, sulla costa. Parallelamente, continuano i combattimenti: quattro soldati israeliani sono stati uccisi in scontri nel nord della Striscia.
Attacchi nel Mar Rosso
In un contesto di crescente tensione regionale, gli Houthi yemeniti hanno attaccato una portaerei statunitense nel Mar Rosso. L’attacco sottolinea il rischio di un’ulteriore escalation nel conflitto, con potenziali ripercussioni su scala internazionale.
Le prospettive dell’accordo
Se l’intesa sullo scambio di prigionieri e ostaggi venisse confermata, rappresenterebbe un passo cruciale verso una tregua a Gaza. Tuttavia, rimangono incertezze sulle tempistiche e sui dettagli esatti dell’accordo, in particolare in un momento in cui il conflitto sembra intensificarsi sul campo.
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