Il 20 gennaio, Donald Trump ha giurato come 47° presidente degli Stati Uniti, inaugurando ufficialmente il suo secondo mandato con un discorso incisivo e dai toni fortemente identitari. Parlando a Capitol Hill per circa 20 minuti, due in più rispetto al suo precedente discorso inaugurale, il tycoon ha delineato una serie di misure e politiche che intende perseguire, promettendo un ritorno alla filosofia “America First”.

“L’età dell’oro comincia ora, il nostro Paese fiorirà e metterò sempre al primo posto l’America“, ha dichiarato, evocando il suo stile diretto e combattivo.

Immigrazione e sicurezza al confine

Uno dei temi centrali del discorso è stato l’immigrazione. Trump ha annunciato di voler dichiarare immediatamente l’emergenza al confine con il Messico, ordinando l’invio dell’esercito per contrastare quella che ha definito “l’invasione dei migranti illegali”. Tra le misure promesse, il ritorno alla politica “Remain in Mexico”, la designazione dei cartelli della droga come organizzazioni terroristiche straniere e l’impegno a deportare “milioni e milioni di migranti criminali”.

In agenda anche la costruzione del muro al confine con il Messico e l’abolizione dello Ius Soli, una delle basi della cittadinanza americana, che rappresenta una misura controversa e destinata a suscitare dibattito.

Energia e clima

Trump ha proclamato l’emergenza energetica nazionale, sottolineando l’importanza di sfruttare i giacimenti petroliferi americani per ridurre la dipendenza dagli altri Paesi e sostenere l’economia. Ha inoltre annunciato l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo sul Clima di Parigi, sostenendo che le restrizioni ambientali siano un ostacolo per le aziende americane.

Tra le prime azioni della sua amministrazione c’è l’abolizione delle quote per le auto elettriche introdotte da Joe Biden, permettendo ai consumatori di scegliere liberamente i propri veicoli.

Economia: tasse e dazi

Sul fronte economico, il presidente ha promesso di invertire il peso fiscale sui cittadini americani introducendo dazi sui Paesi stranieri. Trump ha però precisato che le tariffe non saranno immediate, ma verranno applicate dopo un’analisi dettagliata dei rapporti commerciali con la Cina e altri partner internazionali.

“Gli USA non saranno più obbligati verso organizzazioni internazionali che puniscono le imprese americane“, ha affermato, ribadendo il suo approccio isolazionista.

Giustizia e post-Covid

Nel suo discorso, Trump ha criticato la presunta politicizzazione del Dipartimento di Giustizia e si è impegnato a porvi fine. Ha inoltre firmato un provvedimento per il ritorno in ufficio dei dipendenti federali, molti dei quali continuano a lavorare da remoto dopo la pandemia.

Diritti e inclusione

Tra i provvedimenti firmati nelle prime ore del mandato c’è quello che riconosce solo due sessi, maschio e femmina, come realtà biologiche. La misura, secondo la Casa Bianca, punta a “proteggere le donne dall’ideologia di genere estrema”.

Trump ha inoltre congelato le assunzioni nelle agenzie federali, ad eccezione dei settori essenziali, per limitare l’influenza degli attivisti DEI (Diversity, Equity, Inclusion), considerati “inutili e strapagati”.

Politica estera e spazio

In politica estera, Trump ha annunciato l’intenzione di riprendere il controllo del Canale di Panama, attualmente gestito dalla Cina, e di ribattezzare il Golfo del Messico come Golfo d’America.

Infine, con uno sguardo alle stelle, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti torneranno a guidare la corsa spaziale: “Metteremo la nostra bandiera a stelle e strisce su Marte”. L’annuncio ha strappato un sorriso a Elon Musk, presente alla cerimonia.

Con il suo ritorno alla Casa Bianca, Trump rilancia il suo programma basato su nazionalismo, protezionismo e una retorica che promette grandi cambiamenti. Resta da vedere come queste politiche si tradurranno nella realtà e quali saranno le reazioni a livello nazionale e internazionale.