SHENGJIN, ALBANIA – È attraccato questa mattina alle 7.30 nel porto di Shengjin, in Albania, il pattugliatore Cassiopea della Marina Militare italiana, con a bordo 49 migranti soccorsi nel fine settimana in acque internazionali a sud di Lampedusa. Secondo quanto riportato dall’Ansa, si tratta di persone provenienti principalmente da Bangladesh, Egitto, Costa d’Avorio e Gambia.
Procedure accelerate di identificazione
I migranti saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera, previste per chi arriva da Paesi considerati sicuri e non ha presentato documenti di identità. In parallelo, il Ministero dell’Interno (Viminale) ha fatto sapere che, nelle scorse ore, altri 53 migranti hanno spontaneamente consegnato il proprio passaporto, accelerando le verifiche sulle loro posizioni. Questa pratica, spiegano dal Viminale, aumenta le possibilità di rimpatrio per chi non ha diritto a rimanere nell’Unione Europea.
Prima fermata: l’hotspot italiano nel porto di Shengjin
Dopo l’arrivo al porto, i migranti saranno accolti in un hotspot allestito dalle autorità italiane, dove verranno sottoposti a uno screening sanitario. Chi sarà ritenuto vulnerabile potrà essere trasferito in Italia, come già avvenuto in alcuni casi durante i precedenti trasferimenti in Albania, avvenuti nei mesi di ottobre e novembre.
La destinazione finale: il campo di Gjader
Conclusa la prima fase di accoglienza e identificazione – che in passato ha richiesto molte ore – i migranti saranno trasferiti nel campo di Gjader, situato nell’entroterra albanese, a poche decine di chilometri dal porto di Shengjin. Nel campo trascorreranno le prossime settimane, in attesa della valutazione delle loro domande di asilo.
Per coloro la cui richiesta sarà respinta, è previsto il trasferimento al Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) allestito all’interno del campo. Quest’area è dotata anche di una piccola prigione, destinata a chi dovesse commettere reati durante la permanenza.
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