(Shutterstock) Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato all’Idf di preparare un piano per consentire la “partenza volontaria della popolazione di Gaza”, in seguito alle dichiarazioni di Trump sullo sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia. Lo riportano i media israeliani. “Alla popolazione di Gaza deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare”, ha affermato Katz. Nel frattempo verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una “Gaza smilitarizzata”, nell’era successiva ad Hamas, “un progetto che richiederà molti anni per essere completato”.
Intanto in una conferenza stampa con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza con l’obiettivo di portare stabilità a lungo termine nel Medio Oriente. “Gaza sarà la rivière del Medio Oriente”, ha dichiarato l’ex presidente americano, sottolineando che la Striscia di Gaza è stata “un simbolo di morte e distruzione per decenni”. Trump ha anche affermato che i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza e stabilirsi in altri Paesi in pace, accusando l’area di essere un luogo di conflitti senza fine. “I palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative”, ha aggiunto.
Le reazioni a livello internazionale
Il piano di Trump ha suscitato forti reazioni. Hamas ha definito l’idea “ridicola” e “assurda”, dichiarando che un simile progetto potrebbe alimentare ulteriormente il conflitto nella regione. Un portavoce del gruppo ha avvertito che tale proposta rischia di “infiammare la regione”.
Anche i governi di Egitto e Giordania hanno espresso contrarietà al piano, mentre l’Unione Europea ha ribadito che la Striscia di Gaza è una parte essenziale di un futuro Stato palestinese. La posizione dell’UE riflette il suo impegno verso una soluzione a due stati, con due popoli che coesistono in pace.
Il piano di Trump ha quindi sollevato un ampio dibattito internazionale, con reazioni contrastanti che vanno dal sostegno da parte di alcuni gruppi e Paesi alle dure critiche da parte di altri.
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