(Sergiy Palamarchuk/Shutterstock)KIEV – La situazione per l’esercito ucraino si sta facendo sempre più complessa nella regione occupata di Kursk, dove le forze russe, supportate da truppe nordcoreane, hanno recentemente interrotto le linee di approvvigionamento delle forze ucraine. Questo ha messo a serio rischio circa 10.000 soldati, che potrebbero trovarsi intrappolati in territorio russo senza rifornimenti di carburante e munizioni.

Fonti sul campo riportano che le forze russe controllano quasi tutte le vie di fuga, costringendo l’alto comando ucraino a valutare un possibile ritiro strategico. L’obiettivo sarebbe evitare che le truppe vengano completamente accerchiate e lasciate senza risorse per continuare la resistenza.

Un ulteriore elemento che ha aggravato la situazione è la sospensione della condivisione di intelligence da parte degli Stati Uniti. Questo ha ridotto significativamente la capacità delle forze ucraine di prevedere e contrastare le mosse dell’esercito russo, rendendo ancora più difficile la gestione dell’operazione nella regione di Kursk.

Nel frattempo, i russi rivendicano la riconquista di tre villaggi strategici nella regione e avanzano pericolosamente verso Sumy, una regione ucraina cruciale dal punto di vista tattico. Secondo fonti filo-russe, l’offensiva attuale potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà l’esercito di Kiev, spingendolo verso un possibile ripiegamento forzato.

La presenza di truppe nordcoreane a supporto dell’avanzata russa rappresenta un ulteriore sviluppo preoccupante per l’Ucraina, segnalando un ampliamento del coinvolgimento internazionale nel conflitto. Mentre Kiev cerca soluzioni per salvaguardare le proprie truppe e mantenere il controllo del territorio, la comunità internazionale osserva con crescente apprensione l’evolversi degli eventi, temendo nuove escalation e un ulteriore deterioramento della situazione sul campo.