L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta facendo pressing su Vladimir Putin affinché accetti la tregua di un mese negoziata dagli Stati Uniti con Kiev. La proposta americana mira a un temporaneo cessate il fuoco per allentare le tensioni nel conflitto ucraino. Tuttavia, il Cremlino prende tempo e non si sbilancia: “Non vogliamo correre”, ha dichiarato un portavoce di Mosca.
Nel frattempo, il piano americano procede: entro la settimana, una delegazione di negoziatori statunitensi sarà a Mosca per discutere direttamente con i russi. Se il Cremlino dovesse rifiutare l’accordo, Trump ha già avvertito che seguiranno “sanzioni devastanti” contro la Russia.
Putin accelera le operazioni militari nel Kursk
Mentre Mosca temporeggia sulla tregua, il presidente Putin punta a ottenere risultati concreti sul campo: la priorità è sconfiggere rapidamente le forze ucraine nella regione di Kursk.
Intanto, gli Stati Uniti hanno ripreso gli aiuti militari a Kiev, rafforzando la capacità difensiva ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato: “Dei russi non ci fidiamo. Se dicono no alla tregua, mi aspetto misure forti dagli USA”.
Raid su Mosca e contrattacco russo
Dopo il recente raid su Mosca, la Russia ha risposto con attacchi con droni su tre oblast ucraini e un intenso bombardamento missilistico sul porto di Odessa. La situazione resta tesa, con continui scambi di colpi tra le due parti.
Mentre le diplomazie lavorano per una soluzione temporanea, la guerra in Ucraina non conosce sosta. L’esito delle trattative a Mosca potrebbe essere decisivo per il futuro del conflitto.
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