Palazzo delle Nazioni, Ginevra – Nell’ambito della 58ª sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (26 febbraio – 18 aprile 2025), abbiamo incontrato Rossana Rodà, Presidente della Commissione italiana per lo sviluppo socio-economico-culturale presso la United Towns Agency for North-South Cooperation (UTA Italy), incarico che ricopre dal 2020, per fare un punto sull’evoluzione del contesto internazionale e sul suo impegno nel campo della cooperazione e della solidarietà.
Giornalista: Presidente, buongiorno. Lei dal 2020 presiede la Commissione per lo sviluppo socio-economico-culturale presso UTA Italy. Oltre ai suoi numerosi incarichi istituzionali, cosa è cambiato in questi anni a livello globale?
Rossana Rodà: Le dinamiche internazionali sono profondamente mutate. Le tensioni geopolitiche, l’avvicendarsi dei governi, i conflitti e la crisi socio-economica hanno reso questi anni molto complessi, sia per le popolazioni che per i governi stessi, chiamati a elaborare nuove strategie per garantire stabilità sociale. L’Europa sta affrontando sfide cruciali per assicurare sicurezza e coesione, mentre i Paesi emergenti si stanno strutturando per ricostruire e raggiungere una piena autonomia economica. È un periodo di transizione che richiede visione e collaborazione a tutti i livelli.
Giornalista: Lei è considerata una figura molto influente nel mondo arabo pur essendo europea. Ha costruito scuole, firmato protocolli di cooperazione… Come gestisce questo equilibrio?
Rossana Rodà: Collaboro anche con i Paesi europei e ho sempre cercato di essere intellettualmente corretta, agendo per il benessere collettivo. È un principio imprescindibile per chi ricopre ruoli come il mio. La fiducia si conquista con la coerenza e il rispetto, a prescindere dall’area geografica o culturale.
Giornalista: In Italia guida Asigitalia E.T.S., realtà con statuto italiano, così come Haziel International, ma entrambe operano a livello internazionale. Come si articola questa attività?
Rossana Rodà: Asigitalia E.T.S. ha società accreditate all’Organizzazione sia in Italia che all’estero. Queste realtà supportano le nostre iniziative sociali e l’intera struttura. Quest’anno, ad esempio, abbiamo deciso di aderire al 5 per mille e di realizzare, in collaborazione con le prefetture territoriali, carte prepagate da destinare alle famiglie in difficoltà. Da due anni, inoltre, la nostra Commissione ha scelto di sostenere le famiglie pagando affitti, utenze e offrendo supporto per la spesa. Anche il mondo della solidarietà si sta trasformando, emergono nuove esigenze e non possiamo ignorarle: dobbiamo agire e contribuire concretamente.
Giornalista: Dal 2013 Lei opera silenziosamente in molte attività umanitarie, spesso più di quanto si sappia pubblicamente…
Rossana Rodà: C’è sempre una parte non ufficiale nella solidarietà che, per motivi di privacy, non viene resa pubblica. Non tutto può essere documentato, ma il sostegno continua anche fuori dai riflettori.
Giornalista: È difficile oggi chiedere a terzi un contributo per aiutare chi è in difficoltà?
Rossana Rodà: Chi si occupa di solidarietà lo fa spesso perché ha vissuto personalmente sofferenze, traumi, malattie… È vero, oggi è difficile chiedere aiuto, ci sono diffidenze dovute a precedenti scandali legati a comportamenti eticamente scorretti. Tuttavia, i nostri sostenitori sono imprenditori che credono nella nostra organizzazione e ci aiutano a portare avanti le varie iniziative. Allo stesso tempo, li supportiamo nell’avvio di nuove cooperazioni estere, aiutandoli a realizzare i propri progetti. È uno scambio virtuoso. Ma sì, ha ragione: oggi è più complicato ottenere donazioni, però noi – io e i miei colleghi presidenti – continuiamo a sostenere con convinzione le attività umanitarie.
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