WASHINGTON – Nel cuore dello Studio Ovale, Donald Trump ha dichiarato che le linee guida principali dell’accordo sull’Ucraina sono state stabilite a seguito dei suoi recenti colloqui con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La notizia arriva in un momento cruciale del conflitto, con segnali di una potenziale distensione nelle trattative tra le parti coinvolte.
Trump ha sottolineato come l’accordo rappresenti un passo importante verso una possibile soluzione del conflitto, sebbene le difficoltà sul campo restino numerose. “Abbiamo lavorato duramente per raggiungere un’intesa di principio”, ha affermato Trump, “ed è evidente che entrambe le parti siano pronte a compiere alcuni compromessi per il bene della pace”. Il ruolo degli Stati Uniti in questa mediazione appare decisivo, con Trump che conferma l’impegno diretto a supportare le esigenze della sicurezza dell’Ucraina.
Zelensky critica il ruolo dell’Onu nella sicurezza
Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky ha espresso il suo scetticismo sul ruolo delle Nazioni Unite nel proteggere l’Ucraina da future minacce russe. In una conferenza stampa con il presidente ceco Petr Pavel, Zelensky ha dichiarato che l’Onu, pur avendo un’importante funzione diplomatica, non sarebbe in grado di garantire la protezione necessaria contro l’aggressione di Mosca. “Con tutto il rispetto, l’Onu non ci proteggerà dall’invasione o dal desiderio di Putin di tornare”, ha affermato Zelensky. “Non vediamo l’Onu come un’alternativa a un contingente o a garanzie di sicurezza”.
Il presidente ucraino ha poi rivelato che le delegazioni di Ucraina e Stati Uniti si incontreranno lunedì in Arabia Saudita, dando avvio a nuovi round di discussioni sulla situazione sul campo e le future strategie diplomatiche. Inoltre, Yuri Ushakov, consigliere di Putin, ha confermato che il 24 marzo si terrà un nuovo incontro tra russi e americani sotto la mediazione saudita.
Telefonata tra Zelensky e Trump: un colloquio costruttivo
Un altro passo importante in questa fase di negoziati è stato il colloquio telefonico tra Zelensky e Donald Trump. Durato circa un’ora, la chiamata ha permesso ai due leader di confrontarsi apertamente sulla situazione militare, in particolare sul fronte del Kursk. Trump, dopo il colloquio, ha dichiarato di essere ottimista riguardo ai progressi fatti: “Siamo sulla buona strada”. Zelensky ha definito la conversazione “franca” e “sostanziale”, esprimendo soddisfazione per l’approccio pragmatico dell’ex presidente americano.
Entrambi i leader hanno concordato di intensificare la condivisione delle informazioni tra i rispettivi Stati Maggiori della Difesa per monitorare e rispondere tempestivamente agli sviluppi sul campo di battaglia, in particolare nelle regioni più calde come quella di Kursk.
Le operazioni russe e il blocco dei droni ucraini
Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver intercettato e abbattuto nella notte ben 132 droni ucraini che cercavano di penetrare il territorio russo. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha accusato Kiev di aver intensificato gli attacchi contro le infrastrutture energetiche della Russia, sottolineando che questa azione dimostra “una totale mancanza di volontà politica per la pace” e un continuo ricorso alla violenza invece di cercare una risoluzione diplomatica.
Possibile missione di peacekeeping e garanzie di sicurezza per l’Ucraina
Nel contesto di queste dinamiche, è emersa l’idea di un coinvolgimento dell’Onu in una missione di peacekeeping in Ucraina. Tuttavia, come sottolineato da Zelensky, il ruolo dell’Onu sarebbe solo un tassello di un quadro più ampio. I negoziatori stanno lavorando su un meccanismo che prevede la creazione di quattro livelli di interposizione.
Il primo livello sarebbe rappresentato dai caschi blu dell’Onu, provenienti da Paesi non europei, schierati nella zona demilitarizzata per monitorare il rispetto della tregua. Il secondo livello coinvolgerebbe le forze ucraine, mentre il terzo potrebbe essere costituito da un contingente di Paesi volenterosi, magari schierati lungo il confine occidentale dell’Ucraina. Infine, il quarto livello sarebbe garantito dagli Stati Uniti, che fornirebbero un “backstop” di sicurezza per sostenere l’Ucraina in caso di nuove escalation.
L’obiettivo finale di queste operazioni sarebbe garantire la stabilità e la sicurezza per l’Ucraina, in un periodo di incertezze e sfide globali. La comunità internazionale sembra quindi lavorare a una soluzione che possa finalmente porre fine alla guerra in Ucraina, anche se il cammino verso la pace resta lungo e tortuoso.
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