MOSCA – Il presidente russo Vladimir Putin ha avanzato l’idea di un’“amministrazione transitoria” sotto l’egida dell’ONU in Ucraina, con l’obiettivo di organizzare elezioni presidenziali “democratiche” e avviare poi negoziati di pace con le nuove autorità di Kiev. La proposta, però, ha subito incontrato forti resistenze da parte dei leader occidentali, che la considerano una mossa strategica di Mosca piuttosto che un’autentica apertura al dialogo.
Macron: “Putin finge di negoziare, le sanzioni restano”
Al vertice di Parigi con i Paesi “volenterosi” a sostegno dell’Ucraina, il presidente francese Emmanuel Macron ha respinto l’iniziativa russa, affermando che “Putin finge soltanto di negoziare” e ribadendo che le sanzioni contro Mosca resteranno in vigore. Tuttavia, tra i partecipanti non è stata raggiunta unanimità sull’invio di truppe di peacekeeping, con alcuni Paesi che si sono detti contrari.
L’Italia dice no ai peacekeeper, ma chiede garanzie per Kiev
Tra i contrari all’ipotesi di una presenza militare diretta in Ucraina c’è l’Italia, che ha espresso forti riserve. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di “garanzie solide per Kiev nel contesto euro-atlantico”, insistendo affinché al prossimo incontro venga coinvolto anche il presidente degli Stati Uniti.
Missione franco-britannica per addestrare l’esercito ucraino
Nonostante le divisioni sull’invio di truppe, il vertice ha portato a un’importante decisione: Francia e Regno Unito lanceranno una missione congiunta per addestrare l’esercito di Kiev. Inoltre, Macron ha annunciato la creazione di una “forza di rassicurazione”, composta da diversi Paesi europei, che interverrà in Ucraina dopo il raggiungimento della pace per garantire la stabilità del Paese.
La situazione resta dunque complessa, con il fronte occidentale diviso tra il sostegno militare a Kiev e la cautela nell’evitare un’escalation diretta con Mosca.
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