Washington/Bruxelles/Roma – Inatteso cambio di rotta nella politica commerciale statunitense. Donald Trump ha annunciato lo stop immediato, e per i prossimi tre mesi, ai dazi reciproci precedentemente imposti a numerosi partner commerciali, riaccendendo le speranze di un negoziato tra Washington e i suoi alleati per scongiurare una vera e propria guerra commerciale.
Solo la Cina resta sotto la lente (e con tariffe più alte)
La nuova strategia prevede ora l’applicazione di una tariffa del 10% su tutte le importazioni, ad eccezione della Cina. Pechino, a causa delle sue ritorsioni precedenti contro le misure di Trump, rimane soggetta a dazi ancora più elevati, che raggiungono ora il 125%. Il presidente americano ha promesso di voler stringere “accordi equi” con tutti i Paesi.
Reazioni positive (ma con cautela) da politica e imprese
La decisione del tycoon è stata accolta con favore da esponenti politici e dal mondo delle imprese, sia in Italia che in Europa. Tuttavia, non mancano voci che esprimono dubbi e invitano alla prudenza.
Tajani: “Il governo italiano aveva già scelto la via del dialogo”
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha interpretato la pausa dei dazi come “un segnale che vogliamo interpretare positivamente” e che potrebbe favorire il negoziato. Ha poi sottolineato come “il governo italiano dal primo momento ha scelto un approccio che non favorisca una guerra commerciale che, lo abbiamo capito tutti, danneggerebbe cittadini e mercati americani, europei e di tutto il mondo”, lanciando una velata critica a chi aveva adottato una linea più dura.
Giorgetti: “Ora si torni al ‘fair trade’”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è detto convinto che “alla fine si andrà sul vero tema, tornare al fair trade dal free trade, che ha creato concorrenza sleale, che ha fatto danni enormi all’Italia e anche agli Stati Uniti”. Prendendo atto dell’iniziativa di Trump, ha aggiunto: “Era quello su cui al G7 chiedevo di orientare la nuova Amministrazione americana. Adesso attendo cosa succederà: Vedremo”.
Merz (Germania): “Stop ai dazi? Reazione alla risposta Ue”
Anche all’estero si sono registrate reazioni. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha attribuito la sospensione dei dazi decisa da Trump a “una reazione alla determinazione degli europei”.
Von der Leyen: “Bene pausa Trump, passo importante per l’economia globale”
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto con favore l’annuncio di Trump definendolo “un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale”. Ha ribadito l’impegno dell’UE in negoziati costruttivi con gli Stati Uniti per raggiungere un commercio senza attriti e reciprocamente vantaggioso.
Sospiro di sollievo dal mondo delle imprese, ma resta l’incertezza
Dal mondo delle imprese italiane sono arrivate reazioni di sollievo, con la speranza che la pausa possa portare a un quadro commerciale più stabile. Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, ha auspicato che le trattative prevalgano sui dazi. Marco Granelli, presidente di Confartigianato, pur accogliendo la moratoria, ha sottolineato la necessità di costruire le condizioni per una negoziazione comune europea e di una strategia di intervento a sostegno del sistema produttivo. Confesercenti, pur riconoscendo il guadagno di tempo, ha evidenziato come la sospensione non risolva il problema di fondo e come l’atteggiamento “altalenante” degli Usa rischi di compromettere la fiducia.
L’UE resta pronta a negoziare (ma aveva preparato i controdazi)
La decisione di Trump arriva dopo che l’Unione Europea aveva dato il via libera alla lista dei controdazi da applicare in risposta alle tariffe statunitensi. Le tariffe UE, in gran parte del 25%, sarebbero dovute scattare in tre tranche a partire dal 15 aprile. La Commissione Europea ha comunque specificato che i controdazi “possono essere sospesi in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata”.
La tregua commerciale concessa da Trump apre ora una finestra di opportunità per il dialogo. Resta da vedere se le parti sapranno coglierla per costruire un rapporto commerciale più stabile e prevedibile, evitando così le pesanti ripercussioni di una guerra commerciale su scala globale.
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