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Dazi al 145%, crolla Wall Street. Pechino pronta a trattare, ma svaluta. Ombre su Trump per possibile insider trading

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WASHINGTON – I dazi totali imposti dagli Stati Uniti contro la Cina salgono al 145%, secondo fonti della Casa Bianca riportate dalla CNBC. Ai 125% di tariffe reciproche annunciati nelle scorse ore dal presidente Donald Trump, si sommano infatti i 20% di dazi già in vigore per contrastare l’importazione di fentanyl, potente oppioide sintetico.

La notizia ha immediatamente innescato nuove turbolenze sui mercati: Wall Street ha chiuso in netto ribasso con il Dow Jones a -2,5% e il Nasdaq a -4,31%, in un clima di crescente incertezza globale.

Pechino svaluta e agita lo spettro del debito Usa

Mentre il presidente cinese Xi Jinping si è detto pronto a riaprire i negoziati, il governo cinese ha reagito svalutando lo yuan e mettendo nel mirino il debito americano, mossa che molti analisti leggono come un segnale d’avvertimento verso Washington. “Xi è un uomo intelligente – ha dichiarato Trump – faremo un buon accordo”.

Accuse di insider trading: Dem all’attacco

Sulle mosse del tycoon, però, cala ora l’ombra dell’insider trading. A poche ore dall’annuncio sui dazi, Trump aveva postato sui social la frase sibillina: “È il momento di comprare”. Il Partito Democratico ha immediatamente reagito, chiedendo l’apertura di un’inchiesta per verificare eventuali speculazioni illecite o abusi di informazioni riservate.

Ue in stand-by sui dazi, boom delle Borse europee

Nel frattempo, l’Unione Europea ha deciso di sospendere per 90 giorni i contro-dazi nei confronti degli Stati Uniti, nella speranza di facilitare una de-escalation e favorire un’intesa più ampia. La tregua ha dato respiro ai mercati del Vecchio Continente: Piazza Affari ha aperto in netto rialzo e l’euro è balzato ai massimi dal 2022, mentre il dollaro è scivolato ai minimi di periodo, travolto dal crollo di fiducia nel sistema finanziario Usa.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha avvertito: “Siamo pronti a colpire le Big Tech americane se l’accordo con Washington non sarà equo”. Le prossime settimane si annunciano cruciali per il futuro degli equilibri economici mondiali.

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