ROMA – “I bambini di Gaza sono tutti nostri figli. La situazione di vita, o purtroppo di morte, a Gaza e in Cisgiordania, è arrivata a livelli disumani”. E’ il grido di dolore che arriva dalla Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale su quanto sta avvenendo nella Striscia.
“L’uccisione di oltre 15.000 bambini non può avere alcuna giustificazione- dice il presidente Giuseppe Di Mauro- La Sipps condanna tutti gli atti terroristici compiuti da Hamas, ma non può tacere sul fatto che, dall’ottobre del 2023, la reazione del governo di Israele ha provocato la morte di migliaia di bambini innocenti. La Convenzione di Ginevra prevede che in nessun caso.
possano essere obiettivi da distruggere – da parte delle forze armate – ospedali, scuole e luoghi di culto. Questo perché la salute e la vita dei civili è interesse prioritario rispetto alla cattura o morte di qualunque nemico. A Gaza e in Cisgiordania questo invece avviene regolarmente e, nonostante le denunce dell’Onu e di altre organizzazioni internazionali, la popolazione civile è arrivata ad essere trattata come se non fosse composta da esseri umani”.
“Sono stati distrutti ospedali- sottolinea Margherita Caroli, consigliera del Direttivo nazionale della Sipps- non ci sono più scuole e gli aiuti alimentari sono bloccati cosicché anche la fame possa essere uno strumento di morte sottile che non fa rumore. La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale non può tacere. La visione di bambini uccisi e fatti a pezzi da bombe, uccisi con proiettili alla testa, amputati di braccia e gambe, privati delle cure necessarie e del cibo per sopravvivere fanno levare un grido irrefrenabile di dolore umano. Nessun bambino può essere considerato un terrorista e ogni bambino ucciso è un nostro figlio ucciso”.
“A questo- dice nuovamente il presidente Di Mauro- si aggiunge il dolore per l’uccisione e la sparizione di medici rimasti a curare a rischio della propria vita: uno per tutti il dottor Hussam Abu Safiya, pediatra e direttore di uno degli ospedali di Gaza che, nonostante potesse lasciare Gaza e fosse stato ucciso un suo figlio in un bombardamento, è rimasto per onorare la nostra professione e curare bambini in ospedale. Il dottor Safya è stato catturato con uno stratagemma da parte dell’esercito israeliano, accusato di terrorismo e sparito in una non identificata prigione israeliana. La Sipps rifiuta di considerare la cura dei bambini come atto terroristico e chiede la liberazione immediata di tutti i medici e paramedici palestinesi detenuti in Israele”.
“La Sipps chiede infine- conclude la consigliera Caroli- che venga rispettato il diritto di tutti i bambini del mondo a vivere, ad essere curati, se necessario, e a studiare perché non è giusto che le guerre dei grandi ricadano sui bambini”.
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