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Gaza, tregua appesa a un filo: spiragli da Israele, ma Hamas frena. Ancora raid, 19 morti a Bureij

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(Pixabay) Gaza, 30 maggio 2025 – Resta appeso a un filo l’accordo per una tregua a Gaza, nonostante un apparente spiraglio da parte di Israele, che ha dato il via libera a proseguire i negoziati sulla proposta di cessate il fuoco avanzata dall’inviato statunitense Brett Witkoff. Il piano, ancora in fase di limatura, prevede una tregua di 60 giorni, la liberazione di 10 ostaggi israeliani detenuti da Hamas e, in cambio, il rilascio di prigionieri palestinesi.

Tuttavia, il movimento islamista ha respinto la proposta nella sua forma attuale, pur lasciando intendere che la trattativa è ancora aperta. “Servono maggiori garanzie sulla tenuta dell’accordo,” ha fatto sapere Hamas, lasciando intendere che teme un’interruzione unilaterale del cessate il fuoco da parte israeliana.

Ad alimentare inizialmente le speranze era stata una dichiarazione dell’emittente Al Arabiya, secondo la quale Hamas avrebbe accettato la tregua di 60 giorni. Notizia poi smentita ufficialmente dalla stessa fazione palestinese.

La guerra continua: 19 morti nei raid a Bureij

Nel frattempo, la guerra sul campo non si ferma. Un nuovo e violento attacco dell’esercito israeliano (IDF) ha colpito il campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, 19 persone sono morte sotto le macerie di edifici residenziali bombardati da caccia israeliani.

L’IDF, secondo quanto riportano i media locali, avrebbe inoltre lanciato volantini nel nord della Striscia, esortando i civili a evacuare verso sud, segnale che potrebbe preludere a nuove operazioni militari nelle aree settentrionali già duramente colpite nei mesi scorsi.

Una tregua sempre più necessaria

La comunità internazionale continua a esercitare pressioni per raggiungere un accordo che ponga fine – almeno temporaneamente – alle ostilità. Il governo degli Stati Uniti si è detto “moderatamente ottimista” sulla possibilità di arrivare a un’intesa nei prossimi giorni, ma il quadro resta estremamente incerto.

Il nodo principale sembra essere la mancanza di fiducia reciproca: Hamas chiede garanzie formali che Israele rispetti i termini della tregua e che non vi siano raid mirati durante la pausa; Israele, dal canto suo, pretende il rilascio degli ostaggi come primo passo verso qualsiasi intesa.

Mentre la diplomazia arranca, la popolazione civile di Gaza continua a pagare il prezzo più alto, in un conflitto che, al momento, non accenna a finire.

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