(Shutterstock) WASHINGTON – Si è aperta una vera e propria battaglia giudiziaria negli Stati Uniti attorno ai dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump, con un duro scontro tra poteri e un acceso dibattito sul ruolo della presidenza in materia di politica commerciale.
Tutto è iniziato con una sentenza della Us Court of International Trade, che ha bloccato temporaneamente le tariffe imposte da Trump, giudicandole “illegali” e sostenendo che il presidente non avrebbe l’autorità per imporre dazi globali senza l’approvazione del Congresso. Ma la Corte d’appello ha successivamente sospeso la decisione, dando ragione all’amministrazione, almeno per ora.
Trump: “Sentenza politica e orribile”
In un lungo post pubblicato su Truth Social, Donald Trump ha attaccato la decisione dei giudici, definendola “politica” e “orribile”. Secondo l’ex presidente, la sentenza avrebbe rappresentato un grave indebolimento del potere esecutivo.
“L’orribile decisione stabilisce che avrei dovuto ottenere l’approvazione del Congresso per i dazi”, ha scritto Trump. “In altre parole, centinaia di politici dovrebbero riunirsi a Washington per settimane o mesi solo per decidere quanto far pagare a Paesi che ci trattano ingiustamente. Questo avrebbe distrutto il potere presidenziale e impedito di difendere gli interessi americani”.
Trump ha poi aggiunto che la misura dei dazi ha fatto risparmiare agli Stati Uniti “migliaia di miliardi di dollari” e rappresenta un pilastro della sua visione economica.
Casa Bianca: “Dazi anche se perdiamo in corte”
Nel frattempo, la Casa Bianca ha fatto sapere che non intende arretrare. Peter Navarro, consigliere per il commercio dell’amministrazione, ha dichiarato che gli Stati Uniti “risponderanno con forza” e che l’intenzione è “imporre i dazi anche se dovessimo perdere la battaglia legale”.
Navarro ha difeso l’uso del International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), una legge del 1977 usata da Trump per giustificare le misure tariffarie, anche se mai prima d’ora applicata alle tariffe commerciali.
La decisione della corte
Il verdetto della Us Court of International Trade ha avuto un impatto immediato: i giudici hanno annullato i dazi imposti contro Canada, Messico e Cina, giustificati con motivazioni legate all’immigrazione e alla lotta contro il traffico di fentanyl. La Corte ha ritenuto che l’uso dell’IEEPA per questi fini ecceda i poteri del presidente, chiarendo che solo il Congresso può intervenire in materia di tariffe globali.
Uno scontro istituzionale che potrebbe fare giurisprudenza
La battaglia legale è destinata a continuare e potrebbe avere implicazioni significative sul futuro dei poteri presidenziali in ambito commerciale. L’esito finale sarà probabilmente deciso dalla Corte Suprema, chiamata a esprimersi su una questione che tocca il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato.
Nel frattempo, il tema resta al centro del dibattito politico negli USA, con la campagna elettorale alle porte e Trump che punta nuovamente alla Casa Bianca, con i dazi e la protezione dell’economia americana come bandiere del suo programma.
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