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Gaza, Trump annuncia: “Tregua molto vicina”. Ultimatum di Israele a Hamas, tensione con la Francia

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WASHINGTON – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che una tregua a Gaza potrebbe essere imminente. “È molto vicina. Potremmo saperne di più oggi o forse domani”, ha dichiarato il tycoon, rilanciando la speranza di un cessate il fuoco dopo mesi di conflitto tra Israele e Hamas. Tuttavia, al momento, Hamas non ha ancora risposto formalmente alla proposta americana, lasciando in sospeso il piano che prende il nome dal consigliere speciale della Casa Bianca, David Witkoff.

Tel Aviv stringe i tempi e lancia un duro ultimatum al movimento islamista palestinese: “Accettate il piano Witkoff o vi annienteremo”. Una dichiarazione senza mezzi termini che riflette il crescente nervosismo del governo israeliano nei confronti di una soluzione diplomatica che stenta a concretizzarsi.

Israele-Francia: scoppia la crisi diplomatica

Nel frattempo si infiamma il fronte diplomatico tra Israele e Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha ribadito la necessità di riconoscere uno Stato palestinese, definendolo “non solo un dovere morale, ma un’esigenza politica”. Per il capo dell’Eliseo, se l’Occidente dovesse “abbandonare Gaza e lasciare che Israele agisca indisturbato, perderebbe ogni credibilità nel resto del mondo”.

Parole che hanno scatenato l’ira del ministero degli Esteri israeliano, che ha reagito duramente accusando Macron di “una crociata contro Israele” e con un attacco sarcastico: “Per Macron, la festa nazionale è il 7 ottobre”, un riferimento velenoso alla data dell’attacco di Hamas che ha scatenato l’ultima guerra.

A rincarare la dose è stato il ministro israeliano Israel Katz, che ha annunciato l’intenzione di espandere la presenza ebraica anche in Cisgiordania, promettendo di “costruire uno Stato ebraico” in quei territori, in aperta sfida alle pressioni internazionali.

Cresce la fronda europea: anche Berlino valuta lo stop alle armi

Nel panorama internazionale, si intensificano le pressioni su Israele, non solo da Parigi. Secondo fonti diplomatiche, anche la Germania starebbe valutando la possibilità di sospendere la fornitura di armamenti a Tel Aviv, seguendo l’esempio già annunciato da altri Paesi europei. Una svolta significativa, considerando che Berlino è tra i principali fornitori militari di Israele.

Prove di pace in un contesto esplosivo

Nonostante le tensioni crescenti, Washington insiste sul dialogo e sul cessate il fuoco come unica via d’uscita. Il piano Witkoff, ancora in fase di negoziazione, prevede un graduale ritiro delle truppe israeliane, la liberazione degli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi e l’avvio di una fase di ricostruzione a Gaza sotto supervisione internazionale.

Resta da vedere se le parole di Trump troveranno conferma nei fatti. Per ora, il fragile equilibrio tra diplomazia, minacce militari e scontri ideologici continua a far pendere la bilancia tra pace e caos.

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