KYIV – I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno condotto un’operazione segreta durata mesi, culminata oggi all’alba con il terzo attacco al ponte di Crimea, infrastruttura simbolica e strategica che collega la penisola annessa alla Russia al resto del territorio russo. Lo riportano fonti della Rbc Ukraina citando la stessa SBU, che ha definito l’operazione “unica nel suo genere”.
Secondo quanto riferito, alle 04:44 è stato attivato il primo ordigno esplosivo, causando danni significativi ai supporti subacquei del livello inferiore del ponte. Le autorità ucraine hanno precisato che non ci sono state vittime civili e che sono stati impiegati 1.100 kg di esplosivo, posizionati nei mesi scorsi dai servizi speciali.
Attacco aereo su Sumy: tre morti e diversi feriti
Poche ore dopo, una nuova escalation ha colpito il fronte interno. Un raid aereo russo ha devastato la città di Sumy, nel nord-est del Paese, causando tre vittime e numerosi feriti. A riferirlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha parlato di “attacco deliberato contro civili”, specificando che “sono state colpite aree urbane normali, strade della città, con artiglieria missilistica”.
Durante la notte, inoltre, l’esercito russo ha lanciato un’ondata massiccia di droni kamikaze, 112 in totale, dei quali 75 sarebbero stati abbattuti dalle forze di difesa aerea ucraine.
Diplomazia: la delegazione ucraina a Washington per colloqui con il team di Trump
Sul fronte diplomatico, si segnala la presenza a Washington della delegazione ucraina, dove sono previsti incontri con il team dell’ex presidente americano Donald Trump. “Con loro discuteremo di tregua e sanzioni”, ha dichiarato Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del Presidente ucraino. La visita arriva a poche ore di distanza dal secondo round dei negoziati russo-ucraini a Istanbul, dove Mosca ha consegnato un nuovo memorandum con richieste chiare: revoca della legge marziale in Ucraina e smobilitazione delle truppe.
Il conflitto prosegue su binari paralleli, tra la diplomazia ancora fragile e un’escalation militare che non accenna a diminuire. L’attacco al ponte di Crimea rappresenta un colpo simbolico per Mosca, mentre i raid su Sumy confermano che i civili continuano a pagare un prezzo altissimo.
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