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Gaza, aiuti bloccati e veto Usa all’Onu: tensione internazionale alle stelle

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5 giugno 2025 – La situazione nella Striscia di Gaza si aggrava ulteriormente. La Gaza Humanitarian Foundation ha annunciato che i propri centri di distribuzione degli aiuti umanitari non riapriranno questa mattina, come inizialmente previsto. La causa, secondo una nota diffusa dall’organizzazione, sarebbe da attribuire a “lavori di manutenzione e riparazione”, ma l’annuncio ha destato preoccupazione tra le migliaia di civili palestinesi che dipendono dagli aiuti per la sopravvivenza.

Nel frattempo, sul fronte diplomatico, si registra un nuovo strappo: gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza. La risoluzione ha ottenuto 14 voti a favore su 15, ma è stata bocciata a causa dell’opposizione di Washington, membro permanente con diritto di veto.

Usa: “Hamas non deve avere un futuro a Gaza”

“La proposta è inaccettabile”, ha dichiarato l’ambasciatrice americana all’Onu, motivando il no degli Stati Uniti. “Hamas non deve avere un futuro a Gaza” – ha aggiunto, ribadendo il sostegno di Washington a Israele e la linea dura verso il movimento islamista palestinese, considerato organizzazione terroristica dagli Usa e da altri paesi occidentali.

Londra valuta sanzioni contro Israele

Il Regno Unito, da parte sua, sta valutando possibili sanzioni coordinate con gli alleati contro Israele, in risposta alla continua escalation militare e alla mancata apertura a una tregua. Secondo fonti diplomatiche britanniche, Londra è “seriamente preoccupata per la situazione umanitaria” e starebbe cercando una posizione comune con Francia, Germania e Canada.

Trump: “Hamas teme il mio ritorno”

Sul piano politico interno americano, Donald Trump è tornato a commentare la crisi in Medio Oriente. Su Truth Social, l’ex presidente ha rilanciato una testimonianza trasmessa dalla CNN, in cui un ex ostaggio israeliano sostiene che i suoi sequestratori di Hamas “avevano paura del ritorno di Trump alla Casa Bianca” e preferivano invece una vittoria della democratica Kamala Harris, attuale sfidante nella corsa per il 2024.

Una dichiarazione che punta a rafforzare l’immagine di Trump come “uomo forte” in politica estera e che potrebbe alimentare ulteriori polemiche nel già teso clima pre-elettorale.

Una crisi sempre più complessa

Intanto, a Gaza, il blocco degli aiuti e l’assenza di una tregua concreta rischiano di causare un disastro umanitario di proporzioni drammatiche. Secondo le organizzazioni internazionali, oltre un milione di persone si trovano in condizioni di bisogno urgente, senza accesso adeguato a cibo, acqua potabile e cure mediche.

La diplomazia internazionale appare sempre più divisa, e ogni giorno che passa allontana la possibilità di una soluzione pacifica duratura.

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