È stato liberato il primo gruppo di prigionieri russi in base all’accordo raggiunto tra Mosca e Kiev durante l’ultimo round di colloqui a Istanbul. La notizia è stata confermata dal Ministero della Difesa russo, che ha specificato che i soldati rilasciati sono tutti sotto i 25 anni e sono stati trasferiti in Bielorussia, dove stanno ricevendo assistenza medica e psicologica.
La liberazione rappresenta un segnale di apertura diplomatica, sebbene resti incerto l’effettivo impatto sul lungo termine nel contesto di un conflitto ancora drammaticamente attivo. Le trattative condotte nella città turca sono state le prime a produrre un risultato concreto dopo mesi di stallo nei negoziati.
Peskov attacca la NATO: “Strumento di aggressione”
Intanto, il clima si è fatto nuovamente incandescente dopo le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che ha commentato duramente le recenti dichiarazioni del nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte. Quest’ultimo ha annunciato l’intenzione di quadruplicare le capacità di difesa aerea e missilistica dell’Alleanza Atlantica, in risposta alla crescente minaccia russa.
“Ora l’Alleanza atlantica, dopo aver gettato via ogni maschera, sta dimostrando in modo palese la sua essenza di strumento di aggressione e di scontro”, ha dichiarato Peskov, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass.
Kiev sotto assedio: attacco record con 479 droni
Sul campo, la guerra non conosce tregua. La scorsa notte le forze russe hanno lanciato un attacco massiccio sull’Ucraina, impiegando 20 missili di vario tipo e ben 479 droni, cifra record dall’inizio del conflitto. Lo ha riferito l’Aeronautica militare ucraina su Telegram, precisando che 460 droni sono stati abbattuti o neutralizzati dalle difese aeree del paese. Anche 19 missili sono stati intercettati con successo.
L’attacco ha preso di mira anche le regioni occidentali dell’Ucraina, spingendo la Polonia ad alzare il livello di allerta: lo Stato Maggiore polacco ha confermato su X (ex Twitter) di aver fatto decollare i propri caccia da combattimento in seguito all’“intensa attività militare russa” ai confini orientali.
Un fragile equilibrio tra diplomazia e guerra
Mentre si registrano timidi segnali di apertura diplomatica, come lo scambio di prigionieri, il conflitto continua a evolversi in uno scenario di estrema tensione militare e geopolitica. Il prossimo futuro sarà determinato dalla capacità delle parti coinvolte – e dei loro alleati – di contenere l’escalation e trovare spiragli per un cessate il fuoco duraturo. Per ora, però, la guerra resta ben lontana dal suo epilogo.
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