13 giugno 2025 – La crisi tra Israele e Iran entra in una fase critica dopo l’attacco condotto da Tel Aviv contro diversi siti strategici e nucleari iraniani. A confermare la delicatezza del momento sono anche le dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in un’intervista a Fox News ha rivelato di essere stato informato in anticipo dell’operazione militare israeliana.
Trump ha tenuto a precisare che gli Stati Uniti “non sono coinvolti direttamente” nell’attacco, ma ha aggiunto che Washington ha avvertito almeno un alleato chiave nella regione per segnalare l’imminente offensiva, in un tentativo di contenere eventuali reazioni a catena. “L’Iran non può avere una bomba nucleare”, ha ribadito Trump, sottolineando che l’obiettivo primario resta quello di evitare un’escalation nucleare nella regione. “Speriamo di tornare al tavolo delle trattative. Vedremo”, ha aggiunto, lasciando aperta la porta alla diplomazia.
Massima allerta per possibili ritorsioni iraniane
Nel frattempo, l’amministrazione statunitense sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione, preoccupata per possibili ritorsioni da parte iraniana. Secondo fonti del Pentagono, il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) è stato posto in stato di massima allerta per fronteggiare eventuali risposte militari.
A preoccupare maggiormente sono le oltre dieci basi militari americane in Medio Oriente, dove sono dispiegati circa 40.000 soldati USA. Secondo quanto riportato dal New York Times, il Dipartimento della Difesa ha schierato ulteriori sistemi di difesa aerea per proteggere il personale militare e le infrastrutture in tutta la regione.
Una crisi regionale con risvolti globali
Le tensioni tra Israele e Iran si stanno rivelando un banco di prova per gli equilibri geopolitici mondiali. Mentre Teheran promette una dura risposta e accusa Washington di complicità morale, Trump tenta di contenere i danni diplomatici sottolineando l’estraneità operativa degli Stati Uniti.
Tuttavia, l’allerta resta alta. La possibilità di un conflitto su larga scala coinvolgente più attori regionali non è esclusa, mentre cresce l’apprensione anche tra i partner europei e nella comunità internazionale. L’attenzione ora è puntata sulle prossime mosse di Teheran e su eventuali segnali di de-escalation o ulteriori provocazioni.
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