Tel Aviv/Teheran – La guerra ombra tra Israele e Iran registra un nuovo, clamoroso colpo di scena. Nella notte tra martedì e mercoledì, l’Esercito israeliano (IDF) ha annunciato di aver eliminato il generale Ali Shadmani, capo del quartier generale militare iraniano di emergenza Khatam al-Anbiya e, di fatto, Capo di Stato Maggiore in tempo di guerra. È il secondo ufficiale iraniano di massimo livello a cadere sotto il fuoco israeliano in pochi giorni.
L’eliminazione del generale Shadmani è avvenuta nel cuore di Teheran, a seguito di quella che l’IDF ha definito una “opportunità improvvisa”, sulla base di informazioni fornite dalla propria Direzione di Intelligence. A compiere l’operazione è stata l’Aeronautica israeliana (IAF), che ha colpito un centro di comando segreto della leadership militare iraniana. Il portavoce militare ha definito l’azione “chirurgica e decisiva”.
Un bersaglio strategico per Israele
Ali Shadmani aveva assunto la guida delle forze armate iraniane solo una settimana fa, dopo la morte del suo predecessore, il tenente generale Gholamali Rashid, anch’egli ucciso in un attacco israeliano durante l’operazione denominata “Leone Nascente”. Secondo la nota ufficiale pubblicata su Telegram dalle forze armate israeliane, “per la seconda volta l’IDF ha eliminato il Capo di Stato Maggiore iraniano in tempo di guerra, la figura militare più influente del regime e tra le più vicine alla Guida Suprema Ali Khamenei”.
Il ruolo chiave di Shadmani
Shadmani era a capo del centro di comando d’emergenza Khatam al-Anbiya, l’organo operativo centrale delle forze armate iraniane. Da lì venivano dirette tutte le operazioni belliche e approvati i piani di attacco, in particolare quelli rivolti contro lo Stato di Israele. La sua influenza si estendeva sia sui Pasdaran – i potenti Guardiani della Rivoluzione – sia sull’esercito regolare iraniano. Prima della sua nomina come comandante supremo in tempo di guerra, aveva ricoperto il ruolo di vice comandante di Khatam al-Anbiya e capo della divisione operativa dello Stato Maggiore.
Escalation senza precedenti
L’omicidio di Shadmani rappresenta un ulteriore, gravissimo salto di qualità nella guerra segreta (ormai sempre meno segreta) tra Israele e Iran. È la prima volta che, nel giro di pochi giorni, due vertici militari di Teheran vengono eliminati in operazioni dirette, rivendicate pubblicamente dall’esercito israeliano. Una mossa che segna una nuova fase del conflitto, sempre più aperto, tra i due Paesi.
Teheran non ha ancora risposto ufficialmente, ma si teme una nuova escalation di rappresaglie regionali, mentre la tensione resta altissima non solo tra Israele e Iran, ma anche su altri fronti caldi come Libano, Siria e Iraq, dove milizie filoiraniane sono già state coinvolte in scontri con forze israeliane e americane.
La guerra nell’ombra si fa sempre più visibile. E pericolosa.
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