di PIERO CHIMENTI – Una marea umana, di milioni di iracheni commossi, ha partecipato all’ultimo saluto a Ahvaz del generale Soleimani, ucciso in un raid americano in Iraq, prima della cerimonia che vedrà la partecipazione nelle preghiere di Khamenei, dove sono state sventolate bandiere rosse (dei martiri) e verde (dell’Islam).
Nel frattempo, nel Medio Oriente, non si abbassa la tensione contro gli Stati Uniti, dove nei pressi dell’ambasciata statunitense sono caduti razzi Katyusha. Minacce verso gli Usa sono giunte da Ali Akbar Velayati, che ha intimato agli americani di ritirare le loro truppe dalla regione per non far rivivere loro un “nuovo Vietnam”, con la ‘promessa’ di distruggere Israele se gli statunitensi avessero intenzione di fare un nuovo attacco all’Iran.
Teheran, nel frattempo, come ‘vendetta’ ha deciso di stralciare gli impegni sul nucleare del 2015, riservandosi di rendere operative le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Il premier Conte ha provato a smorzare la tensione internazionale, contattando telefonicamente il capo del Governo Salih, promettendo che la Ue interverrà con la sua diplomazia per stemperare il clima di odio.
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