Il Governo Conte dichiara guerra al Coronavirus ed è pronto ad estendere a tutta la penisola le misure varate nella notte tra sabato e domenica per la Lombardia e per 14 Province: ci si potrà muovere solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità” o “motivi di salute”. I numeri sull’epidemia da Covid-19 spingono chiunque abbia un minimo di voce – dal premier Conte (che è risultato negativo al test) al consulente del governo nell’emergenza Ricciardi (che considera il Lazio e Roma “particolarmente a rischio”), da Jovanotti a Paolo Sorrentino — a ripetere un solo appello: “State a casa”. E l’hashtag #iorestoacasa è di tendenza ormai da diverse ore.
Il premier in un messaggio su Instagram è andato anche oltre: “In questi giorni ho ripensato ad alcune vecchie letture, a Winston Churchill. Questa è la nostra ‘ora più buia’. Ma ce la faremo”. Conte si è poi recato al Viminale per partecipare alla riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per fare il punto sull’emergenza coronavirus.
L’AUTOCERTIFICAZIONE PER GLI SPOSTAMENTI — È scaricabile dal sito del Viminale il modulo per l’autocertificazione di coloro che intendono spostarsi nelle o dalle “aree a contenimento rafforzato” della Lombardia e di 14 province d indicate dal nuovo decreto. Nel modulo, che deve essere firmato dal cittadino e dall’operatore di polizia, chi vuole spostarsi deve indicare che il viaggio è determinato da una di queste quattro motivazioni: “Comprovate esigenze lavorative; situazioni di necessità; motivi di salute; rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Se i riscontri delle forze dell’ordine saranno negativi scatterà la denuncia che prevede l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.Il rischio è che non rispettando le misure adottate con l’ultimo decreto nelle zone rosse e nel resto d’Italia, i provvedimenti si possano ulteriormente inasprire. Molte regioni — dal Lazio alla Campania, dalla Toscana alla Puglia, dal Molise alla Sicilia — lo hanno già fatto, superando a destra il governo e emettendo ordinanze che impongono la quarantena (e in diversi casi, come Lazio e Puglia, la registrazione presso la Asl) a chi arriva dalle nuove zone rosse. Il Viminale sta valutando i provvedimenti, ma Emiliano ha già dichiarato questa mattina con soddisfazione: “Il totale delle persone che si sono autosegnalate per essere rientrate in Puglia sono a 9 mila 362. Solo ieri erano 2mila”.
RENZI E SALVINI: “ITALIA TUTTA ZONA ROSSA” — A questo proposito è arrivata anche la proposta di Matteo Renzi: “Le misure che sono state prese sono state comunicate come molto dure. Ma non lo sono. Anzi, io credo che, nei prossimi giorni, servirà altro. Il virus sta correndo molto più velocemente dei nostri decreti. Personalmente, credo che ormai tutta Italia debba essere considerata come una zona rossa”. Sulla stessa linea anche Matteo Salvini: “La gravità della situazione impone scelte forti, chiare, uniformi, immediate: per mettere in sicurezza il Paese, per il bene dei nostri figli, serve applicare le misure più restrittive per persone e attività, fatte salve quelle di fondamentale necessità pubblica, a tutto il territorio nazionale, senza distinzione. Subito, senza eccezioni”.
GALLERA: “IN LOMBARDIA È UNA GUERRA” — La situazione in Lombardia continua a essere critica, come ha spiegato anche questa mattina l’assessore al Welfare Giulio Gallera: “Faccio un appello ai cittadini: questa infezione non può essere sconfitta né con un farmaco né con un vaccino. E il sistema sanitario rischia il collasso. Stiamo aprendo posti di terapia intensiva dappertutto, abbiamo avuto in incremento di posti letto in terapia intensiva del 700% in nove giorni, per Covid-19. È una guerra continua giorno dopo giorno. Gli unici che possono vincere sono i cittadini. Avremmo voluto qualche misura più dura, avevamo chiesto di bloccare tutte le attività commerciali, non solo i bar dopo le 18. Capisco il danno all’economia, ma la logica è che più riusciamo a mettere in campo misure dure per un tempo ristretto meno rischiamo di dover arrivare a uno stillicidio”. La Lombardia come Wuhan? “È chiaro che se i cittadini non ci aiutano a ridurre questa curva che cresce in maniera enorme dobbiamo arrivare a misure più dure”.
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