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Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, al suo arrivo a Barcellona è stato accolto, in aeroporto, dal ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Maria Dastis Quecedo. Alfano ha abbracciato il suo omologo, esprimendo la sua profonda commozione e il cordoglio dell’Italia, Paese da sempre amico fraterno della Spagna.
“I terroristi” ha dichiarato Alfano “attaccano il nostro bene più grande che è la nostra libertà e noi dobbiamo difenderla con fierezza e orgoglio. Per difenderla è necessaria una risposta coordinata che metta insieme una strategia di intelligence, una strategia militare, una strategia culturale e il rafforzamento di tutte le norme che in tutti i Paesi contrastano il terrorismo. Hanno provato a toglierci ancora una volta il nostro bene più grande, la libertà. Il loro obiettivo è farci sentire non più liberi. Continueremo a batterci per la libertà di vivere normalmente la nostra dimensione di cittadini europei, italiani e spagnoli. Stiamo lavorando ad un piano di cooperazione con i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo alla formazione comune di agenzie di intelligence in quei Paesi e ad un piano concreto per elevare lo standard delle intelligence. Le nostre intelligence sono straordinarie ma possono non bastare se non c’è collaborazione dall’altra parte. Per questo proporremo questo coordinamento. Siamo qui per esprimere la nostra vicinanza ai familiari delle vittime italiane e spagnole e al governo e al popolo spagnolo e della comunità di Barcellona. Sono convinto che alla fine prevarrà sempre il nostro sforzo a difesa dei nostri ideali che sono eterni, come la libertà di movimento e di chi non aveva altro desiderio che trascorrere le proprie vacanze in questa splendida città. Quello che è successo è inaccettabile, ed è il motivo più profondo per cui oggi occorre continuare a impegnarsi. Viviamo in un mondo in cui il rischio zero non esiste e il nostro lavoro serve a diminuire questo rischio. Non è la prima volta che Roma e l’Italia vengono minacciate e non è la prima occasione in cui si dice che noi saremo il prossimo bersaglio. Il nostro livello di attenzione era e rimane altissimo ma non prendiamo la minaccia come un’azione in corso”.
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