Kuznetsova (Odv-info): “Società civile russa non ci sta”

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(Agenzia DIRE) Roma – “La mobilitazione della società civile russa è uno degli elementi chiave che può fermare la guerra in Ucraina ma le condizioni sono davvero difficili. Sono anni che le autorità di Mosca portano avanti una politica di deliberata repressione della società civile ed è di fatto impossibile manifestare legalmente nel Paese”. Così all’agenzia Dire Maria Kuznetsova, segretaria per la comunicazione di Odv-Info, l’organizzazione russa in difesa dei diritti umani che sta fornendo bollettini sugli arresti ai danni dei manifestanti che da due giorni protestano in Russia contro l’operazione militare lanciata da Mosca in Ucraina.

Il numero delle persone arrestate è in aggiornamento, riferisce l’attivista, ma l’ultimo bilancio calcolato dall’organizzazione indica in 1918 il numero delle persone detenute tra ieri e oggi in 60 città della Russia. “Tutto questo – evidenzia l’esponente di Odv-Info – mentre a Mosca le proteste di oggi devono ancora cominciare”.

Secondo Kuznetsova, le persone fermate “sono accusate di reati amministrativi, in genere per aver preso parte a ‘manifestazioni non autorizzate’”, nella maggior parte dei casi, o per “non aver seguito gli ordini di un pubblico ufficiale”. La responsabile della comunicazione specifica che “se è la prima volta che la persona arrestata va incontro al primo tipo di accusa riceve una multa fino a 10mila rubli – circa 108 euro, ndr – se è la seconda o la terza invece può essere tenuta in arresto fino a 30 giorni”.

Secondo Kuznetsova, “il secondo tipo di imputazione, quello relativo al mancato rispetto degli ordini di un pubblico ufficiale, invece, comporta un arresto fino a 15 giorni” L’esponente della ong aggiunge che “a oggi c’è stata solo una persona incriminata a livello penale, per quanto ne sappiamo, ma prevediamo che presto ce ne saranno altre”.

Secondo l’attivista di Odv-Info, organizzazione fondata a Mosca nel 2011 da un giornalista e un programmatore, Grigory Okhotin e Daniil Beilinson, le maglie della giustizia russa si restringono da anni a detrimento di chi protesta contro il governo del presidente Vladimir Putin. “Basta scendere in strada con un cartellone per essere arrestati e multati”, continua Kuznetsova. “Anche in questo caso l’andamento è progressivo, se si viene fermati per una seconda si va incontro a una detenzione più lunga, per una terza volta invece anche per anni”.

Odv-Info si dedica dal 2011 a monitorare il rispetto dei diritti umani e civili in Russia, fornendo assistenza legale, anche tramite un numero verde attivo 24 ore su 24. Kuznetsova premette quindi che l’organizzazione “non si occupa di organizzare proteste e non sa con certezza quante e dove ce ne saranno”. Ciò detto, l’attivista sottolinea che “si può presumere che siano milioni le persone che si oppongono alla guerra in Russia e che saranno in tanti a non aver timore di scendere nelle piazze delle loro città per opporsi all’operazione militare”. Secondo Kuznetsova, più le ostilità andranno avanti, più è probabile che la mobilitazione continui”. La mobilitazione continua anche online, nota la responsabile, che dice di “una campagna lanciata sulla piattaforma Change.org che ha raccolto oltre 500mila firme”.

Un ruolo importante lo stanno giocando anche i media. “Il portale indipendente Holod ha lanciato una campagna sociale scandita dall’hasthag #IwillNotKeepSilent, “non starò in silenzio”, riferisce Kuznetsova, che aggiunge: “I siti web indipendenti stanno fornendo una copertura molto dettagliata di quello che sta succedendo, mostrando anche le immagini delle città ucraine distrutte e delle vittime innocenti”.
Si sentirebbe però comunque il peso della lunga mano del Cremlino. “Molti media non governativi sono stati etichettati come ‘agenti stranieri’ – dice l’attivista – e questo non fa altro che stigmatizzarli agli occhi del pubblico”.

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