(ph: Leonardo1982/Pixabay) BRUXELLES – Davanti agli inquirenti belgi Francesco Giorgi, compagno dell’ormai deposta vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili, avrebbe confessato di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata da Marocco e Qatar allo scopo di interferire e influenzare gli affari europei. Il suo ruolo era quello di gestire i contanti. Lo scrive il quotidiano belga francofono Le Soir sulla base di documenti visionati insieme a La Repubblica.
E nella maxi-inchiesta sul Qatargate si è aperta una nuova pista investigativa: secondo l’emittente privata greca Mega TV, nel mirino dell’inchiesta condotta dalla giustizia belga ci sono oltre 60 eurodeputati, per lo più appartenenti alle famiglie politiche del Socialisti & Democratici, Partito Popolare Europeo e altri partiti di sinistra.
Intanto oggi è atteso il voto del Parlamento europeo sulla risoluzione che impone lo stop a tutti i dossier legislativi riguardanti il Qatar e una stretta sulla trasparenza dei gruppi di amicizia con il Paese, nonché su tutti i distintivi di “coloro che rappresentano gli interessi di Qatar”.
Secondo quanto riportato dai quotidiani, Giorgi avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri. Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged.
In base ai documenti consultati dai due quotidiani – si legge ancora – Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia.
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