Nello Stretto di Gibilterra orche attaccano e affondano uno yacht di 15 metri: il video

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STRETTO DI GIBILTERRA – Le orche continuano ad attaccare le barche. Il 12 maggio verso le 09:00 lo yacht “Alboran Cognac”, a circa 30 chilometri al largo di Capo Spartel in Marocco, è stato affondato nelle acque territoriali marocchine dello Stretto di Gibilterra sotto i colpi ripetuti di un gruppo di questi mammiferi acquatici. I due uomini a bordo sono stati costretti ad abbandonare la nave in fretta e furia e grazie all’intervento di una petroliera di passaggio e di un elicottero del coordinamento del servizio di salvataggio marittimo spagnolo sono stati tratti in salvo quasi illesi.

Secondo gli esperti, nello stretto ci sono probabilmente solo una quindicina di orche che mostrano questo comportamento poiché ne sono state identificate come particolarmente interattive con le imbarcazioni che attraversano il loro habitat naturale. L’evento, però, ha riacceso il dibattito sugli impatti delle interazioni uomo-animali in acque internazionali. Secondo la D.ssa Diana D’agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, con ogni probabilità è simile al comportamento dei cani: vogliono solo giocare. Sanno che possono farlo, fermare le barche ed è un comportamento gratificante che si auto-rafforza. Questo per loro rappresenta un divertimento.

Tuttavia, sono ancora in corso indagini più dettagliate per stabilire se vogliano solo giocare o proteggersi. Lo Stretto di Gibilterra è lo stretto tra l’Europa e l’Africa. Collega il Mediterraneo con l’Atlantico. Secondo il gruppo di ricerca GT Atlantic Orca, da maggio 2020 sono state documentate oltre 700 interazioni tra orche e navi nella regione. Queste interazioni variano nella loro tipologia, ma molti scienziati le interpretano come espressioni di curiosità, comportamenti giocosi o una reazione aggressiva verso le barche percepite come competitor per il tonno rosso, la preda preferita di questi cetacei. Lo skipper di Amburgo Fred Hermsdorf ha vissuto una volta un incontro del genere con le orche: “Era di notte. C’erano tre orche e hanno agito in modo abbastanza deliberato, prima attaccando il timone e poi, abbiamo contato, hanno colpito la barca 17 volte. 30, 40, 50 gradi”.

Ora ci sono regole stringenti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” a cui i marinai dovrebbero attenersi per evitare tali attacchi. Non dovresti salire sul ponte e comportarti in modo molto silenzioso per dare l’impressione che non ci sia nessuno a bordo. Ecco come evitare di attirare l’attenzione delle orche.

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