Gerusalemme, 24 maggio 2024 – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto con fermezza alla richiesta di arresto avanzata dal procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) nei suoi confronti e nei confronti dei leader di Hamas. In una dichiarazione ufficiale, Netanyahu ha criticato duramente il paragone fatto tra i membri di Hamas e i soldati dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane), definendolo “inaccettabile”.
“Come osa paragonare i mostri di Hamas ai soldati dell’IDF, l’esercito più morale del mondo?” ha dichiarato Netanyahu. “È inaccettabile che si equipari un governo eletto democraticamente con un’organizzazione terroristica.”
Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso il suo disappunto riguardo alla richiesta della CPI. “È inaccettabile che si equipari un governo eletto democraticamente con un’organizzazione terroristica,” ha affermato Tajani, sottolineando l’importanza di distinguere tra le azioni di uno Stato sovrano e quelle di gruppi armati non statali.
La controversia ha attirato anche l’attenzione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha ribadito la posizione del suo governo riguardo alla situazione nella Striscia di Gaza. “Quello che sta accadendo” nella Striscia di Gaza “non è genocidio,” ha dichiarato Biden, cercando di smorzare le accuse e promuovere una soluzione diplomatica al conflitto.
Le dichiarazioni di Netanyahu, Tajani e Biden arrivano in un momento di alta tensione internazionale, con le azioni militari nella Striscia di Gaza che continuano a sollevare preoccupazioni umanitarie e legali. La richiesta della CPI ha ulteriormente polarizzato le opinioni globali sulla questione, accentuando le divisioni tra chi sostiene Israele e chi critica le sue operazioni militari.
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