Il corpo di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, è stato ritrovato intatto sul luogo dell’attacco aereo israeliano avvenuto alla periferia sud di Beirut. Secondo le prime ricostruzioni, il cadavere di Nasrallah non presenterebbe lesioni evidenti, facendo ipotizzare che la sua morte sia avvenuta per soffocamento. La causa potrebbe essere un edema polmonare provocato dallo spostamento d’aria causato dall’esplosione, che avrebbe compresso la sua cassa toracica, oppure dall’inalazione di gas sprigionati dagli ordigni. Oltre a Nasrallah, sarebbero stati uccisi almeno altri 20 leader di Hezbollah di vario grado.
L’attacco ha segnato un’escalation nei combattimenti tra Israele e Hezbollah, con ulteriori raid aerei da parte delle forze israeliane contro le postazioni del gruppo militante nel sud di Beirut. Forti esplosioni sono state segnalate nell’area, portando tensione nella capitale libanese, già gravata da instabilità politica e sociale.
Israele, inoltre, ha intensificato le sue operazioni in altre aree della regione. Sette attacchi aerei sono stati segnalati nel porto di Hodeidah, in Yemen, uno scalo cruciale per l’approvvigionamento energetico della regione. Secondo quanto riportato dal canale al-Mayadeen, vicino a Hezbollah, i raid israeliani avrebbero preso di mira principalmente gli impianti di stoccaggio del petrolio nel porto di Ras Issa e Hodeidah, colpendo duramente l’infrastruttura strategica.
Nel frattempo, le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. L’Iran ha immediatamente espresso il proprio sostegno a Hezbollah, dichiarandosi pronto a inviare truppe in Libano per rafforzare il gruppo. La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, trasferito in un luogo protetto, ha rivolto un appello a tutti i musulmani affinché “si schierino con Hezbollah” in difesa contro l’aggressione israeliana.
Dall’altro lato dell’Atlantico, gli Stati Uniti osservano con apprensione l’evoluzione della situazione. Il presidente Joe Biden ha fatto un appello per un cessate il fuoco, definendo urgente la necessità di evitare un’escalation che potrebbe trasformarsi in un conflitto regionale ancora più vasto.
A Mosca, la risposta è stata decisa: il Cremlino ha condannato duramente l’operazione israeliana, definendo la morte di Nasrallah un vero e proprio “omicidio politico”. La Russia ha richiamato le parti alla calma, esprimendo timori per le possibili ripercussioni a livello globale, sia sul piano politico che economico.
Mentre la situazione in Medio Oriente continua a deteriorarsi, il rischio di un conflitto di larga scala diventa sempre più concreto. Con Hezbollah ora privo del suo storico leader e l’Iran pronto a intervenire direttamente, la tensione nella regione resta altissima, e il futuro di milioni di persone è incerto.
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