(Anas-Mohammed/Shutterstock) Nella notte, raid aerei israeliani hanno colpito Beirut, lasciando un bilancio ancora incerto ma tragico di “numerosi morti e feriti”. Secondo l’agenzia statale libanese ANI, un edificio residenziale di otto piani nel quartiere di Basta è stato completamente distrutto da cinque missili, causando un cratere profondo nel terreno e il crollo dell’intera struttura.Una città colpita nel cuore
I soccorritori stanno ancora cercando sopravvissuti tra le macerie, ma la situazione appare drammatica. La National News Agency ha confermato che l’attacco ha raso al suolo l’edificio, mentre giornalisti dell’AFP sul campo hanno riportato di aver udito almeno tre forti esplosioni.
Sui social media sono circolati video, non ancora verificati, che mostrano una grande colonna di fumo nero levarsi dal sito colpito, simbolo della devastazione causata dal raid.
Attacco alla base UNIFIL a Shama
Sempre nella giornata di ieri, la base UNIFIL di Shama, nel sud del Libano, è stata colpita da due razzi, presumibilmente lanciati da Hezbollah. Uno dei razzi ha impattato contro l’esterno di un bunker, ferendo leggermente quattro caschi blu italiani. Questo episodio alimenta ulteriormente la tensione nella regione, già segnata da crescenti scontri.
Diplomazia e tensioni internazionali
Mentre la situazione sul campo si aggrava, la politica internazionale resta divisa. Il premier ungherese Viktor Orban ha invitato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Ungheria, sfidando apertamente la Corte Penale Internazionale (CPI), che ha emesso un mandato contro Netanyahu per presunti crimini di guerra.
In Italia, il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato che Netanyahu sarebbe “benvenuto”, una posizione che contrasta con quella del ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale ha affermato che la sentenza della CPI “andrà rispettata”.
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