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Caro Putin, a volte la corruzione porta alla pace

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(Frederic Legrand – COMEO/Shutterstock) FRANCESCO GRECO – L’ingenuità del marò sulla coperta di una nave della Marina borbonica: “Comandante, ma… ci arrendiamo senza sparare un colpo?”. Il sorriso ambiguo dell’Ammiraglio:

“Né guagliò… Tu parli assaje!”.

In tasca il borsellino colmo di monete sonanti che la massoneria britannica (vogliosa di uno spazio nel Mediterraneo e relativi traffici commerciali) tramite l’eroe Garibaldi gli aveva dato. E non solo a lui.

Un aneddoto che gli storici filoborbonici raccontano dal 1861 e quelli unitari di prassi smentiscono. Ma se la corruzione è nata prima dell’uomo e probabilmente morirà dopo, anche Karl Marx e Friedrich Engels non sono credibili quando nel marzo1862, su un saggio sulla guerra civile americana (1861-1865) scritto a Londra, mettono in risalto il ruolo avuto dalla corruzione dei Sudisti, “insieme alla diplomazia”, “elemento traditore” confermato dai Nordisti? Sono Marx ed Engels mica Vespa e Mentana.

Nella campagna delle Gallie (58-50 a. C.), Cesare sottomise circa 500 etnie. Alcune si consegnavano spontaneamente, altre forse convinte da altri mezzi. Non ci sono fonti storiche, né bibliografiche: solo ipotesi. L’icona di Cesare non si tocca.

Come non si può scalfire quella di Alessandro Magno: la sfolgorante avanzata verso l’Indo dovuta solo ai matrimoni fra i suoi generali e le belle principesse?

E davvero per lo sbarco degli Alleati in Sicilia (luglio-agosto 1943), i clan non si fecero vivi dalle loro mafie (in siciliano arcaico, nascondiglio, buco)? Certo è però che “valige colme di dollari” (prima guerra del Golfo, 1990-1991) convinsero i generali di Saddam Hussein a declinare la “Madre di tutte le battaglie”.

Potremmo continuare: da Troia a Gaugamela ad Azio sino a Kiev, la corruzione sui campi di battaglia è una costante. La domanda allora nasce spontanea: perché nessuno pensa a corrompere i politici e i generali ucraini? Non sarebbe un modo di far finire la guerra?

Lo scrittore russo Nikolai Lilin (1980) sostiene che gli ucraini sono il popolo più corrotto al mondo (“la corruzione fa parte del carattere nazionale”). Lucrano su tutto.

Afferma, inoltre, che parte dei finanziamenti occidentali dal 24 febbraio 2022 ai giorni nostri, sono finiti sui conti esteri di politici e militari. In ville e appartamenti in Europa e nel mondo. Le armi vendute a Paesi con etnie in lotta (tribale) fra loro.

D’altronde, sempre a dire dell’analista, tutto iniziò con una “donazione” di 25 milioni di $ della Cia a Zelenskij tramite Michail Chodorkovskij, l’oligarca russo in esilio editore del canale tv che ospitava le performance dove suonava il pianoforte in maniera originale. Era il 2017, il titolo del programma fu il nome del partito: “Servitore del Popolo”.

La guerra potrebbe pertanto finire in tre giorni, al di là di quel che farà Donald Trump dopo l’insediamento fra due mesi (20 gennaio). L’Ucraina? Balcanizzata. Un pezzo alla Polonia, uno alla Romania, la frontiera ovest sarà dove i Russi sono arrivati e Nato keep out, niet per Kiev. Scoppia la pace, tutti a casa!

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