Carlos Tavares, l’artefice della fusione tra PSA e FCA nel 2020 e figura chiave del gruppo Stellantis, ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato. Il consiglio di amministrazione ha accettato all’unanimità la decisione del manager, che avrebbe dovuto mantenere l’incarico fino al 2026. La notizia, giunta a sorpresa nella serata di domenica, segna una svolta importante per uno dei principali colossi mondiali dell’automotive.
Nonostante la scadenza del contratto fosse ancora distante, Stellantis aveva già preannunciato l’uscita di Tavares alla sua naturale conclusione. Tuttavia, il passo indietro anticipato ha destato attenzione nel mondo politico ed economico. La nomina del successore è attesa entro la metà del 2025, lasciando per ora aperti interrogativi sulla leadership e sulle strategie future del gruppo.
Tavares: una figura di peso nell’industria dell’auto
Conosciuto come uno dei manager più influenti e meglio retribuiti del settore, Carlos Tavares è stato determinante nella creazione di Stellantis, il quarto produttore di automobili al mondo. Sotto la sua guida, il gruppo ha consolidato il proprio ruolo sul mercato globale, bilanciando le diversità culturali e operative dei marchi che compongono l’alleanza.
Le reazioni del mondo politico
Le dimissioni hanno immediatamente attivato il radar politico. John Elkann, presidente di Stellantis, ha informato personalmente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni. I rapporti tra Tavares e il governo italiano non sono sempre stati sereni: frequenti sono stati gli scontri su temi legati alla transizione ecologica, agli investimenti industriali in Italia e alla gestione dei siti produttivi nazionali.
L’opposizione e parte della maggioranza hanno chiesto che Elkann riferisca in Parlamento per chiarire quale sarà il futuro di Stellantis, un attore centrale per l’economia italiana, data la presenza di numerosi stabilimenti e migliaia di lavoratori nel Paese.
Leave a Reply