Oggi si tiene una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere l’evolversi della situazione in Siria, che ha visto un ulteriore intensificarsi dei conflitti nelle ultime settimane. Questo incontro arriva dopo la recente conquista di Aleppo da parte delle forze jihadiste filo-turche e la pubblica apparizione del presidente siriano Bashar al Assad nella capitale Damasco, che ha alimentato ulteriori tensioni in un conflitto che ormai dura da anni.
50.000 sfollati e oltre 500 morti
Secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite, negli ultimi giorni il numero delle persone sfollate a causa dei combattimenti è salito a circa 50.000. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha dichiarato che la situazione continua a evolversi rapidamente, con nuovi dati che vengono verificati quotidianamente. Al 30 novembre, si contavano già più di 48.500 sfollati, ma il numero è in continuo aumento, alimentato dalla violenza che sta colpendo duramente le città e i villaggi siriani.
Sul terreno, si registrano più di 500 morti dal mercoledì scorso, tra cui circa un centinaio di civili, inclusi donne e bambini. Le vittime sono per lo più causate dagli intensi bombardamenti e dagli scontri tra l’esercito siriano e le forze di opposizione. La comunità internazionale continua a monitorare da vicino la situazione, preoccupata per l’ulteriore escalation della violenza e le gravi condizioni umanitarie.
Il Presidente del Parlamento siriano: “L’esercito sta avanzando”
Durante una telefonata con il suo omologo iraniano Mohammad Ghalibaf, il presidente del Parlamento siriano Hammouda Sabbagh ha espresso ottimismo riguardo all’andamento delle operazioni militari. “Ci troviamo in una buona situazione nella lotta contro i terroristi e l’Esercito arabo siriano sta avanzando, cosa che porterà all’eliminazione dei terroristi”, ha dichiarato Sabbagh, sottolineando la determinazione delle forze governative a prevalere sui gruppi di opposizione.
Ghalibaf, da parte sua, ha confermato il continuo sostegno dell’Iran alla Siria nella sua lotta contro il terrorismo. L’Iran è uno degli alleati principali del regime di Assad, fornendo supporto militare e politico in vari momenti del conflitto. Durante la conversazione, Ghalibaf ha definito gli ultimi sviluppi in Siria come parte di un complotto internazionale “orchestrato dai sionisti e dalle forze americane”, rivelando una visione geopolitica che lega la situazione siriana alle tensioni regionali.
La Conquista di Aleppo e il Contesto Regionale
La presa di Aleppo da parte delle forze jihadiste filo-turche ha rappresentato un nuovo capitolo nella lunga e complessa guerra civile siriana, alimentando le preoccupazioni riguardo alla stabilità della regione. Il conflitto ha coinvolto attori internazionali, tra cui la Turchia, che ha sostenuto i ribelli contro il regime di Assad, e l’Iran, che ha appoggiato il governo di Damasco.
Nel contesto regionale, il cessate il fuoco dichiarato in Libano ha coinciso con questa nuova offensiva a Aleppo, creando una dinamica complessa che potrebbe avere ripercussioni sul fronte siriano e su quello libanese. Il conflitto in Siria continua a essere uno degli scenari più drammatici e destabilizzanti del Medio Oriente, con migliaia di morti e milioni di sfollati.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si trova dunque di fronte a una situazione estremamente delicata, con l’urgenza di affrontare una crisi umanitaria che non accenna a fermarsi e di gestire le implicazioni politiche e militari di un conflitto che coinvolge potenze regionali e internazionali.
4o mini
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