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Gaza, attacco israeliano colpisce tenda stampa: ucciso un giornalista, sette feriti

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La tragedia vicino all’ospedale Nasser a Khan Younis. Due vittime, tra cui un reporter. Due colleghi in condizioni critiche. Al Jazeera denuncia: “Colpita una tenda per giornalisti”


Due persone, tra cui un giornalista, hanno perso la vita nella notte a seguito di un attacco aereo israeliano che ha colpito una tenda utilizzata dalla stampa nei pressi dell’ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera, che cita fonti dei media palestinesi.

Nell’attacco sono rimasti feriti almeno altri sette giornalisti, due dei quali versano in condizioni critiche. Le vittime si trovavano all’interno di una struttura improvvisata adibita a punto di raccolta stampa, in un’area già più volte segnalata come frequentata da operatori dei media.

Non è chiaro, al momento, se il bombardamento fosse mirato alla tenda o se si tratti di un danno collaterale legato a un obiettivo militare nelle vicinanze. Tuttavia, la notizia sta già suscitando forti reazioni nell’ambito della comunità giornalistica internazionale, da tempo allarmata per le continue perdite tra i reporter che seguono il conflitto sul campo.

La posizione degli Stati Uniti

Sul fronte diplomatico, proprio in queste ore il presidente americano Donald Trump ha dichiarato che “parlerà di commercio” con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, atteso alla Casa Bianca per un incontro nelle prossime ore. La dichiarazione, dai toni vaghi, arriva in un momento delicato, mentre crescono le pressioni internazionali per chiarimenti sull’uso della forza nei teatri di guerra e sulla sicurezza dei civili, inclusi i giornalisti.

La situazione a Gaza

Il sud della Striscia di Gaza, in particolare Khan Younis, è stato teatro di intensi scontri e bombardamenti nelle ultime settimane, e l’ospedale Nasser è uno dei principali presidi sanitari ancora operativi nella zona. La presenza di media e organizzazioni umanitarie nell’area è costante, ma i rischi per chi lavora sul campo continuano ad aumentare.

Secondo gli osservatori internazionali, dall’inizio del conflitto sono decine i giornalisti rimasti uccisi o feriti mentre svolgevano il proprio lavoro. Organizzazioni per la libertà di stampa, come Reporter Senza Frontiere, continuano a chiedere maggiore protezione per i media in zone di conflitto.

L’identità delle vittime non è stata ancora ufficialmente diffusa, mentre le indagini sull’accaduto sono in corso. Cresce intanto la preoccupazione per l’impatto del conflitto sulla sicurezza dei civili e sull’accesso alle informazioni indipendenti dalla zona di guerra.

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