L’ex presidente Usa torna a parlare del conflitto: “Non mi piacciono i bombardamenti. Non sarebbe mai successo con me alla Casa Bianca”. Intanto in Ucraina si piangono nuove vittime dopo gli attacchi del 4 aprile.
WASHINGTON / KRYVYI RIH – “Stiamo parlando con la Russia. Vorrei che Putin si fermasse”. A dirlo è Donald Trump, a bordo dell’Air Force One, in un commento che riaccende l’attenzione internazionale sul conflitto in Ucraina. L’ex presidente americano, tuttavia, ha evitato di entrare nei dettagli sullo stato dei negoziati di pace, dribblando le domande dirette dei giornalisti.
“Non mi piacciono i bombardamenti. I bombardamenti continuano e continuano. Ogni settimana persone e migliaia di giovani vengono uccisi ed è una cosa orribile, che non sarebbe mai dovuta iniziare, e non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente, al 100%”, ha aggiunto Trump, puntando ancora una volta il dito contro l’attuale amministrazione.
Kryvyi Rih, sale a 20 il numero delle vittime
Mentre a Washington si discute, sul campo la guerra continua a mietere vittime. Il bilancio dell’attacco russo del 4 aprile contro la città di Kryvyi Rih, nell’Ucraina centrale, è salito a 20 morti. Lo ha confermato Oleksandr Vilkul, capo del Consiglio di difesa della città, spiegando che “un uomo di 57 anni è morto in ospedale a causa delle numerose ferite riportate”. La notizia è stata rilanciata dall’agenzia Rbc Ucraina.
Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è stata più volte colpita nel corso del conflitto, diventando uno dei simboli della resistenza interna al Paese.
La situazione sul campo
Secondo fonti ucraine, i bombardamenti russi si sono intensificati anche in altre regioni del Paese nelle ultime 48 ore, con attacchi a Kharkiv, Zaporizhzhia e lungo la linea del fronte nel Donbass. Kiev denuncia l’uso di missili balistici e droni kamikaze, mentre Mosca continua a parlare di “operazioni militari speciali contro infrastrutture strategiche”.
Diplomazia ferma, in attesa di sviluppi
Le parole di Trump arrivano in un momento in cui il dialogo tra Mosca e Kiev sembra ancora fermo, e le possibilità di un cessate il fuoco appaiono lontane. Sul fronte diplomatico, i segnali sono contraddittori: da un lato la Russia ribadisce disponibilità a trattare “alle proprie condizioni”, dall’altro l’Ucraina e i suoi alleati occidentali insistono sulla sovranità territoriale come punto fermo.
Intanto, il conflitto entra nel suo terzo anno e il prezzo umano continua a salire.
Leave a Reply